Ci sono anche i Soundbite, brevi clip per raccontare aneddoti, battute e poesie da ascoltare quando si vuole tra i prodotti audio annunciati da Zuckerberg. Con l’obiettivo di placare l’exploit di Clubhouse (che ha appena chiuso un altro round di finanziamento)
Le Stanze per le dirette audio, pillole sonore denominati Soundbite e i podcast a disposizione direttamente nell’app anche quando è in background. Sono i prodotti dedicati all’audio che arriveranno nell’arco dei prossimi mesi su Facebook, con cui la piattaforma regina dei social punta a placare l’effetto Clubhouse – anche se la curva si è indebolita dopo l’exploit dei mesi scorsi, soffermandosi sui 12 milioni di utenti – che proprio nelle scorse ore ha chiuso un altro round di finanziamento guidato da Andreessen Horowitz, con l’impennata della valutazione a quota 4 miliardi di dollari (la stessa cifra offerta pochi mesi fa da Twitter per l’acquisizione rifiutata dai due co-fondatori). Un altro segno, dopo la sperimentazione degli Spaces avviata da Twitter (seguita da Spotify e LinkedIn), di come l’attenzione verso il segmento audio in salsa social sia al centro delle dinamiche di vecchi e nuovi player.
Mezzi semplici e sostegno ai creator
Come già successo con le foto e i video, a fronte dell’emergere di un nuovo fenomeno l’azienda di Mark Zuckerberg si guarda intorno e punta diretto sullo sviluppo di strumenti e funzionalità che ricalcano quanto sviluppato dai concorrenti, contando su una potenza di fuoco impareggiabile (circa 2,5 miliardi di utenti attivi al mese) sinonimo di un successo che al contempo ridimensiona le quotazioni dei rivali. Il copione dovrebbe ripetersi anche stavolta, perché a Menlo Park hanno messo a punto prodotti con il potenziale per allargare ulteriormente gli orizzonti della creatura madre, mirando a “sfruttare l’audio in modo semplice e coinvolgente, perché possa essere vissuto a pieno in un contesto sociale“, come ha spiegato Fidji Simo, vice presidente e responsabile dell’app Facebook. E perché si è da subito agito in due direzioni, con gli strumenti solo audio che amplieranno le possibilità degli utenti, ma anche con un piano che supporta fin dall’inizio i creator, premiando l’abilità di chi saprà formare e intrattenere i fan (o spostarli su Facebook dai canali utilizzati finora), che potranno ottenere profitti dal loro ingegno. Mossa, questa, che non è una primizia assoluta, poiché negli Stati Uniti sono già attivi gli abbonamenti ad alcune pagine in cambio di contenuti esclusivi.
Investendo in varie tecnologie audio, come l’audio spaziale, il voice morphing e il riconoscimento vocale, l’obiettivo è fornire agli interessati uno strumento per creare e divertirsi con la voce, con soluzioni sofisticate per realizzare contenuti lunghi e brevi di stampo professionale. L’idea è permettere di catture estratti in ogni ambiente come in strada, ma anche mixare tracce audio e completarle con filtri ed effetti sonori per confezionare pillole divertenti per amici o fan disposti a pagare per singoli contenuti o siglare un abbonamento per assicurarsi l’intera produzione degli autori preferiti, come con i podcast.
Le Stanze audio live
Gli appassionati e non potranno a breve riunirsi nelle Stanze audio in diretta, che saranno testate prima nei gruppi, luoghi virtuali ideali per il dialogo sui temi che più interessano (tanto che i gruppi richiamano circa 1,8 miliardi di utenti al mese, attirati proprio dalle decine di milioni di community attive sulla piattaforma) e dai personaggi pubblici, che potranno organizzare dibattiti solo voce con colleghi, esperti e interagire con i propri seguaci. Tra i primi (americani perché i test vengono condotti sul mercato interno nonché primario) a poter utilizzare lo strumento ci sono il quarterback di football americano Russell Wilson, la dj e produttrice TOKiMONSTA, la regista Elle Moxley e la cinque volte medaglia olimpica, attuale imprenditrice, Nastia Liukin. L’uso comune della Stanze audio in diretta sull’app (e forse anche su Facebook e Messenger) per tutti gli iscritti è in programma entro l’estate.
Podcast e i consigli su misura
Fenomeno in ascesa, anche i podcast sbarcheranno prossimamente su Facebook, dove ci sono circa 170 milioni di persone collegate a un ampio numero di pagine dedicate ai programmi audio ad episodi (anche se solo poco più di un quinto di queste segue i gruppi sul tema, sintomo di un’attenzione e interesse maggiore verso le storie raccontate a voce). Nel corso dei prossimi mesi si potrà iniziare ad ascoltare podcast mentre si usa l’app e anche in background, con i consigli per scoprire quelli in linea con i propri gusti ed interessi. E se tutto va come dovrebbe, è pressoché automatico che molti podcaster potrebbero considerare l’opzione Facebook come primaria per trovare curiosi e appassionati del formato da catturare e trasformare in seguaci/amici virtuali. Anche perché in ballo c’è una collaborazione con Spotify – denominata Project Boombox – che, come spiegato da Mark Zuckerberg in una intervista con il giornalista Casey Newton, oltre ai podcast consentirà di ascoltare brani e playlist mentre usano l’app del social californiano, che ha testato il servizio in Messico e Thailandia.
Occhio a Soundbite
Il probabile simbolo della svolta audio della più popolata piazza virtuale dovrebbe tuttavia rivelarsi Soundbite, brevi clip audio creative pensate per registrare aneddoti, battute, istanti di ispirazione, poesie. Che aprirà le porte al flusso audio, alternativo e complementare a quello video e testuale. Anche in questo caso la procedura rimane la stessa di sempre, con l’avvio dei test riservata a un ristretto numero di creator, con i quali perfezionare il prodotto, che poi sarà disponibile per tutti. Della prima cerchia di tester, sempre localizzati negli Stati Uniti, faranno parte il comico Drew Lynch, l’attrice e youtuber Lolo Spencer, l’imprenditore Tobe Nwigwe, la motivatrice non vedente Molly Burke e l’autore e imitatore Josh Sundquist, che utilizzerà gli effetti vocali disponibili per arricchire caricature e narrazioni.
L’app diventa uno studio di registrazione
L’idea di Facebook è integrare i vari strumenti per agevolare la creazione di audio originali di natura professionale usando soltanto l’app, mettendo nelle mani dei più talentuosi speaker una sorta di studio di registrazione digitale pronto all’uso, facile e veloce da gestire. Così che si possa, per esempio, trasformare una conversazione audio in diretta in una puntata di un podcast, oppure pubblicarne degli estratti ricorrendo ai Soundbite. Una miscela che i creator possono condividere in più modi e gli interessati riascoltare ogni contenuto nei diversi formati disponibili (a differenza di Clubhouse, dove chi perde l’attimo non può più recuperarlo), con tanto di sottotitoli per renderli accessibili a chiunque. Queste sono i mezzi con cui i creator audio potranno assicurarsi un guadagno, come avviene su Clubhouse dopo il recente lancio di Payments, cui si aggiungeranno più avanti la possibilità di far pagare l’accesso per ascoltare il live di una Stanza, senza dimenticare il fondo previsto da Facebook per i creator che si focalizzeranno sui Soundbite, così da avere un primo feedback sul nuovo prodotto.