Vanetti ci racconta di quella volta in cui Steve Wozniak lo porta a cena nello stesso ristorante in cui incontrava un altro Steve ancora più noto, quel Jobs con cui avrebbe rivoluzionato la storia della tecnologia.
Metti due startupper italiani a cena con Steve Wozniak, leggendario cofondatore di Apple. Il ristorante è lo stesso dove Steve, 45 anni prima, ha già incontrato un altro Steve ancora più noto, quel Jobs con cui avrebbe rivoluzionato la storia della tecnologia.
Cosa ci fanno insieme allo stesso tavolo? Siamo nel 2019 quando Jacopo Vanetti, e il suo omonimo, Jacopo Visetti, anche lui startupper nel settore energetico, stanno convincendo Wozniak a entrare in società con loro, ben 45 anni dopo il lancio di Apple.
Per capire quanto è complessa l’impresa dei due italiani, bisogna pensare a quante offerte Wozniak riceve ogni anno per essere tirato in ballo in una startup e quante volte abbia detto di no, praticamente sempre.
La startup che stanno lanciando si chiama Efforce, e sarà sul mercato nei primi mesi del 2021: «Investire oggi in progetti di efficienza energetica non è alla portata di tutti, ma solo di grosse aziende e banche. Volevamo allargare il mercato alla gente comune, a piccoli e medi investitori», spiega Jacopo Vanetti. Lo abbiamo raggiunto in una call, insieme all’altro socio di Efforce, Jacopo Visetti, per farci raccontare di più.
Una news che finisce nel mondo per sbaglio
La notizia che due italiani avessero convinto il cofondatore di Apple a investire nel loro business era già apparsa, a dirla tutta, su alcuni organi di informazione. Complice l’incontro con il primo Ministro Maltese, Joseph Muscat, che l’aveva fatta trapelare alla stampa, dopo un incontro con il team, nell’ottobre del 2019, anticipando di molto le intenzioni dei due italiani che avrebbero preferito aspettare prima di darla in pasto alla stampa.
L’idea di Efforce, in effetti, all’epoca era ancora troppo giovane con i “due Jacopo” che l’avevano ideata da soli, investendoci in prima persona, poco più di un anno prima, come ci raccontano: «Siamo amici da più di 10 anni e abbiamo sempre immaginato di aprire un’attività insieme, ma poi per i rispettivi impegni, non abbiamo mai avuto l’occasione giusta Poi nel 2018, abbiamo iniziato a ragionare sul settore dell’efficienza energetica, su come fare un business, facendo anche qualcosa di buono per il mondo. Siamo partiti senza avere neanche un nome, a progettare un modello di business. Poi, abbiamo iniziato a viaggiare per avere dei feedback».
L’incontro con Steve Wozniak: “È lui quello vero?”
Jacopo Vanetti ricorda l’incredibile e inaspettato incontro con Wozniak: «Eravamo nella Bay Area a San Francisco. Un amico ci ha messo in contatto con un investitore che poteva essere interessato. Gli abbiamo spiegato tutto in un incontro durato tre ore. Dopodiché lui ci ha detto che avrebbe dovuto convincere un suo business partner, che era una persona che faceva tantissimi prodotti in proprio, ma che era difficile che non partecipava più in aziende da tempo, senza dirci chi fosse».
Dopo due mesi, l’investitore li chiama e gli chiede di tornare in California, per parlare con questo misterioso business partner: “Siamo andati al meeting e ci siamo trovati faccia a faccia proprio con Steve Wozniak in persona. All’inizio facevamo fatica a riprenderci. Steve riceve milioni di proposte al giorno e aveva accettato di incontrare proprio noi!”.
L’idea che ha convinto Wozniak
Dal punto di vista tecnico, come ci spiega Vanetti, Efforce è un marketplace costruito su blockchain (Ethereum) che vuole far incontrare i creatori di progetti di efficienza energetica e privati o fondi che vogliono investirci. Tra i vantaggi, la crescita di un settore in cui ci sono “una valanga di progetti, ma ancora pochissimi capitali”.
Un settore – continua Visetti – “in cui operano le ESCo, acronimo che sta per “Energy Service Company”, ovvero quelle imprese che forniscono servizi (tecnici, commerciali, finanziari) per realizzare interventi di efficienza energetica che, tuttavia, non riescono a scalare il loro modello”.
Perché il modello delle ESCo non è scalabile e come Efforce può invece invertire questa tendenza, lo spiega Visetti:
“Oggi funziona così. Immagina che io sono un’azienda che opera nell’efficienza energetica. Vengo a casa tua o nella tua azienda per cambiarti tutte le lampadine, come una caldaia. In genere cosa succede: il costo del mio intervento, come azienda, è inizialmente gratis. Tu utente accetti con la promessa che mi ripagherai con i soldi che risparmi dalla bolletta. Invece di pagare 100, paghi 75 e quei 25 finiscono a me azienda per tutti gli anni che servono a ripagare l’intero investimento. Io azienda ho tuttavia un problema. Il rientro del mio investimento è troppo lungo e devo aspettare tanto tempo per poter reinvestire in un altro cliente”.
Con efforce invece sarà possibile rivendere sulla nostra piattaforma i risparmi energetici ottenuti immediatamente e in caso reivestirli in altri progetti. Lo si farà attraverso dei token, WOZX, che sono già acquistabili. Cosi si crea un circolo virtuoso che rende scalabile gli investimenti in efficienza, conclude Visetti.
La piattaforma sarà una web app, che verrà lanciata all’inizio del prossimo anno. Intanto, i due ci confermano che Efforce sta stringendo partnership con grandi gruppi energetici e finanziari.