“Voleva scappare in Sudamerica col suo jet privato”. Era presidente di Prima Assicurazioni che ne ha subito annunciato la sostituzione “alla luce delle gravi accuse”
Una brutta vicenda di cronaca nera travolge il mondo delle startup italiane. È stato fermato nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 novembre Alberto Genovese, imprenditore 43enne ex Ceo di Facile.it (azienda che ha ceduto e in cui non ha più alcun ruolo dal 2014) e fino a domenica presidente di Prima Assicurazioni che ne ha immediatamente annunciato la sostituzione “alla luce delle gravi accuse”. Sono molto pesanti le accuse a suo carico: violenza sessuale, detenzione e cessione di stupefacenti, sequestro di persona e lesioni. In più, secondo gli inquirenti, Alberto Genovese sarebbe stato in procinto di lasciare il Paese per sfuggire alla giustizia italiana.
I fatti e la richiesta di cure
Durante l’interrogatorio con il gip di Milano Tommaso Perna, Alberto Genovese ha detto di essere “da quattro anni dipendente dalla cocaina” e ha sostenuto: “Quando sono sotto gli effetti della droga non riesco a controllarmi e non capisco più quale sia il confine tra ciò che è legale e ciò che è illegale. Ho bisogno di curarmi”. I legali dell’imprenditore hanno chiesto gli arresti domiciliari a casa della madre o della compagna. Secondo gli investigatori della squadra Mobile coordinati dalla pm Rosaria Stagnaro e dall’Aggiunto, Maria Letizia Mannella, Alberto Genovese aveva però intenzione di fuggire con il suo jet privato, come risulta da una intercettazione telefonica tra l’accusato e la madre, e raggiungere il Sudamerica. L’accusa sarebbe supportata anche dalla visita, avvenuta venerdì 6 novembre, di Genovese all’ufficio competente per farsi rilasciare il passaporto.
La vittima narcotizzata e abusata
Secondo quanto ricostruito finora, i fatti per cui si procede con le indagini risalirebbero al 10 ottobre scorso, ai danni di una donna di 18 anni ospite dell’imprenditore, originario di Napoli ma residente da tempo a Milano, in occasione di un festino a base di alcol e droga. “Un appartamento di lusso a due passi dal Duomo, con telecamere di videosorveglianza in ogni stanza”, descrivono le agenzie. Secondo quanto riporta l’AGI citando fonti investigative, “la vittima sarebbe stata soccorsa solo la sera dopo, quando ha ripreso coscienza ed è riuscita a scappare in strada”. Lì l’incontro fortuito con la Polizia, “a cui ha chiesto aiuto uscendo ancora dolorante e semisvestita”, dettaglia l’agenzia di stampa. La ragazza – ha ricostruito l’AGI – è stata portata in camera da letto al termine di un festino, narcotizzata e abusata a lungo, mentre un bodyguard controllava l’accesso alla stanza, impedendo anche alle sua amiche di entrare e di avere notizie”.
Ma il caso della 18enne non sarebbe l’unico, almeno secondo quanto riporta oggi il Fatto Quotidiano: “nei giorni scorsi un’altra ragazza ha preso il coraggio e si è presentata dai magistrati per raccontare di essere stata pure lei vittima di Alberto Genovese: sarebbe stata violentata a Ibiza la scorsa estate, quando era in vacanza, con le stesse modalità”.