Al via ora i sostegni alle grandi imprese. Le quattro misure predisposte dal Governo saranno amministrate da “Patrimonio Rilancio”, una società veicolo ad hoc
La Commissione europea non ha posto ostacoli al pacchetto da 44 miliardi di euro predisposto dal governo e destinato a sostenere le grandi imprese italiane colpite dalla pandemia di Coronavirus. E non poteva essere altrimenti essendo saltata, almeno temporaneamente, la norma che vieta gli aiuti di Stato per evitare fallimenti causati dall’eccezionale quadro economico dovuto al lock down.
Arrivano gli aiuti di Stato
La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha commentato: “questo regime italiano di ricapitalizzazione sosterrà le grandi imprese colpite dalla pandemia di Covid, consolidando la loro base di capitale e facilitando il loro accesso ai finanziamenti in questo difficile periodo. Insieme ad altre misure approvate in precedenza, il regime contribuirà in ultima analisi a sostenere l’economia e il mercato del lavoro italiani”.
Nell’ambito del quadro temporaneo, l’Italia aveva notificato alla Commissione un regime comprendente quattro misure complementari a sostegno delle grandi imprese particolarmente colpite dalla pandemia di Coronavirus, da realizzare attraverso strumenti di ricapitalizzazione, in particolare strumenti ibridi di capitale (obbligazioni convertibili e debiti subordinati). Insieme al regime italiano destinato alle piccole e medie imprese, approvato dalla Commissione il 31 luglio 2020, le misure per le grandi imprese, indica la Commissione, mirano a sostenere la solvibilità di un’ampia gamma di imprese che hanno sofferto a causa della pandemia di coronavirus, aiutandole a garantire il proseguimento delle loro attività e a sostenere l’occupazione.
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Aiuti di Stato alle grandi imprese
Il regime di aiuti di Stato è destinato alle grandi imprese che hanno subito una drastica riduzione delle entrate nel 2020. Per essere ammissibili, tra gli altri criteri, le imprese devono essere considerate strategiche per l’economia e per i mercati del lavoro. Le misure previste consistono in conferimenti in capitale; obbligazioni obbligatoriamente convertibili; obbligazioni convertibili, su richiesta del beneficiario o dell’obbligazionista; debiti subordinati.
Che cos’è Patrimonio Rilancio?
Le quattro misure sono amministrate da “Patrimonio Rilancio”, una società veicolo ad hoc fortemente voluta dal ministro all’Economia Roberto Gualtieri. La Commissione ha constatato che il regime notificato dalle autorità; italiane è compatibile con le condizioni previste dal quadro temporaneo. In particolare, per quanto riguarda le misure di ricapitalizzazione, il sostegno è messo a disposizione delle imprese se risulta necessario per il mantenimento delle attività, se non è disponibile nessun’altra soluzione adeguata e se è nell’interesse comune intervenire.
Roberto Gualtieri
Gli aiuti di Stato si limiteranno all’importo necessario per garantire la sostenibilità dei beneficiari e non va al di là del ripristino della struttura patrimoniale precedente la pandemia di Coronavirus; si prevede una remunerazione adeguata per lo Stato; le condizioni che governano le misure incentivano i beneficiari e/o i loro proprietari a rimborsare il sostegno quanto prima possibile (sono previsti tra l’altro aumenti progressivi della remunerazione, il divieto di distribuzione di dividendi e l’introduzione di un massimale di remunerazione dei dirigenti e di un divieto di versamenti di bonus agli stessi); sono in atto misure di salvaguardia per garantire che i beneficiari non beneficino indebitamente degli aiuto di Stato alla ricapitalizzazione a scapito della concorrenza leale nei mercati interni, ad esempio il divieto di acquisizioni, per evitare espansioni commerciali aggressive; gli aiuti a favore di un’impresa superiori alla soglia di 250 milioni devono essere notificati separatamente e valutati individualmente.
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Per quanto riguarda gli aiuti di Stato sotto forma di strumenti di debito subordinato, questi non supereranno i limiti relativi al fatturato e alle spese salariali dei beneficiari previsti dal quadro temporaneo e possono essere concessi soltanto entro la fine del 2020. Infine, solo le imprese che non erano considerate in difficoltà al 31 dicembre 2019 sono ammissibili all’aiuto nell’ambito di questo regime. La Commissione ha concluso che la misura è «necessaria, opportuna e proporzionata a quanto necessario per porre rimedio al grave turbamento dell’economia».