Non muta la posizione di Vienna in vista del Consiglio europeo odierno (molto a rischio): «Da noi c’è massima solidarietà. Quella che rifiutiamo è un’Europa del debito»
È il giorno del Recovery Fund. O meglio, sarebbe dovuto esserlo se in Europa ci fosse accordo su quel Next Generation Eu un po’ prestiti un po’ grants come è stato disegnato dalla Commissione europea di Ursula von der Leyen per soccorrere i Paesi più colpiti dal Covid-19 nella delicata fase della ricostruzione. I Frugal Four capeggiati dall’Austria e gli Stati del Gruppo di Visegrád condotti dall’Ungheria restano ostili al piano di ricovero comunitario. I primi temono di pagare con le proprie tasse il mostruoso debito pubblico italiano, i secondi lamentano di non ricevere denaro a sufficienza.
Angela Merkel
© Bundesregierung
Ieri il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni ha infatti ammesso: «Domani [oggi ndR] non credo vedremo ancora il Next Generation Eu. Domani [oggi ndR] credo che sarà una tappa intermedia per avvicinare le posizioni e capire meglio fra capi di Stato e governo le differenze che sono sempre sul tavolo». E a nulla sembra servito il richiamo che Angela Merkel ha inviato proprio ai suoi fratellini più piccoli, gli austriaci («Situazione difficile, Recovery Fund serve ora»), perché ancora oggi Vienna ha fatto sapere che non intende accollarsi il debito pubblico italiano.
I Frugal Four
L’Austria: «Solidarietà non è Europa del debito»
«La crisi del Covid va affrontata senza ipotecare il futuro dell’Ue», ha detto oggi il ministro austriaco delle Finanze, Gernot Bluemel, in un’intervista alla Stampa in cui ribadisce che il governo di Sebastian Kurz non intende fare in modo che l’Austria si accolli parte del debito italiano. «Da noi c’è massima solidarietà. Quella che rifiutiamo è un’Europa del debito. Dopo la crisi del Covid è necessario un rinnovato impegno verso politiche di bilancio sane e una riduzione del debito», ha aggiunto.
Gernot Bluemel
«Non pagheremo questa montagna di debiti»
«Siamo sempre pronti a negoziare, ma non possiamo accettare questo piano. I contribuenti austriaci pagherebbero troppo e troppo a lungo: con la proposta attuale della Commissione europea, aumenterebbe del 50% la quota che dobbiamo versare all’Ue», sottolinea. Inoltre «il Recovery Fund verrebbe rimborsato nel prossimo quadro finanziario europeo. In questo modo Bruxelles vorrebbe far credere che gli aiuti siano gratis, ma non è così. Tutti dovremo pagare questa enorme montagna di debiti per 30 lunghi anni», ribadisce Bluemel.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz
«La posizione dell’Austria – ha concluso il ministro – è ben nota. Eravamo pronti a venire in soccorso ai Paesi come l’Italia con il pacchetto da 540 miliardi concordato prima di Pasqua», dice il ministro. «Gli Stati membri possono chiedere i prestiti del MES, il sostegno alle piccole e medie imprese attraverso il Fondo di garanzia della Bei e soldi anche attraverso Sure, la misura contro la disoccupazione. Ora spetta al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, trovare un compromesso».