Lo spread riprende a correre, prima sfonda il tetto dei 248 punti, poi ripiega a 235. La produzione industriale americana ha registrato il calo più pesante dal 1946
Un’altra giornata “de fuego” su tutti i mercati. E Piazza Affari è ancora una volta la peggiore, questo nonostante l’ombrello della Consob. Le Borse scontano infatti il panico dopo le previsioni nere, nerissime, del Fondo monetario internazionale che ieri ha ventilato scenari catastrofici, mai visti nemmeno nella leggendaria crisi economica di inizio ‘900.
Cosa è successo sui mercati
Piazza Affari si rivela ancora una volta la più esposta e ha accusato la performance peggiore d’Europa con il Ftse Mib giù del 4,8% e lo spread volato prima sopra i 248 punti (l’ora della febbre è stata le 15:30), poi però in chiusura ha leggermente ripiegato sui 235. Sarebbe in corso un repricing del “rischio Italia”, ovvero la possibilità di insolvenza del nostro Paese e questo agita gli investitori e influisce in particolar modo sul rendimento dei titoli in scadenza a breve. Il recente dibattito squisitamente politico sul MES, poi, non rasserena certo. Il rendimento dei Btp a dieci anni è così volato del 10% all’1,92% e questo ha fatto male soprattutto a banche e assicurazioni, che hanno accusato le flessioni maggiori.
Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana a Milano
© Ferpi
Male anche Francoforte, che chiude a -3,90, Londra (-3,34) e Parigi, sotto di 3,76 punti percentuale. Prosegue le contrattazioni in territorio negativo, dall’altro capo dell’oceano, il Dow Jones a -2,56. E non potrebbe essere altrimenti considerati i dati macroeconomici che arrivano proprio dagli Stati Uniti.
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Le vendite al dettaglio nel mese di marzo hanno riportato un calo dell’8,7%, il maggiore declino su base mensile da quando dipartimento al Commercio ha iniziato a tenere traccia dell’indicatore, eppure non era ancora quello delle paralisi del lock down. Questo aspetto getta dunque altre ombre inquietanti sui numeri dei prossimi mesi. L’indice manifatturiero nell’area di New York ha toccato un minimo storico (-78,2 punti). Infine, la produzione industriale, crollando del 5,4%, ha subito il maggiore calo su base mensile dal gennaio 1946.