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Ripensare i contenuti in ottica mobile first. Per assicurarsi la fruibilità e l’appeal del prodotto sulle piattaforme come smartphone e tablet
È avvenuto il sorpasso.
Big G, il Signore dei browser, ha annunciato che le ricerche web da mobile (smartphone, tablet) in tutto il mondo superano quelle da desktop. Il 2016, infatti, ha segnato un punto di non ritorno, con più della metà dei 100 miliardi di ricerche che avvengono mensilmente eseguite da mobile.
E spesso non ce ne rendiamo nemmeno conto: le app sul telefono si connettono alla Rete e la cosa appare così naturale che, quando usiamo Whatsapp, Google Maps o Meteo.it, sono in tanti a non immaginare di stare adoperando un servizio Internet.
Gli esperti hanno chiamato questo trend “Mobilegeddon”, sicuri che detterà nuove regole di presenza e di business online. Del resto, se pensiamo a come gli utenti stanno frammentando i loro comportamenti d’acquisto in tante piccole sessioni su mobile, capiamo che dobbiamo essere lì, presenti quando stanno cercando.
Non c’è più un funnel lineare, ma tanti “scali in un volo di linea”: per questo bisogna intervenire nella fase di ZMOT (Zero Moment of Truth), quando ancora l’utente si sta creando o sta modificando la sua opinione del brand. Con il mobile cambia totalmente la metodologia di raccolta delle informazioni e Google non poteva sottovalutare questa nuova spinta di mercato.
Big G cavalca l’onda
I suoi algoritmi sono stati rivisti in maniera radicale, con un modello Mobile First. Google vuole aiutare meglio gli utenti a trovare ciò che stanno cercando, indicizzando i contenuti ottimizzati per smartphone e tablet prima di quelli della versione “tradizionale” su desktop.
E le differenze sono significative: una top ranking page da mobile è diversa da quella su desktop, viene a mancare la neutralità del browser. Se non hai contenuti predisposti in modo da soddisfare i desideri e le esigenze degli utenti connessi da mobile sei fuori. Perdi la visibilità che conta davvero, considerando la crescita di questo fenomeno, soprattutto nei Paesi emergenti (altri 3 miliardi di utenti!).
Ovviamente non è necessario ricorrere a misure drastiche, la soluzione è ben più semplice: il DAM Intelligente. Vediamo insieme perché.
La strada verso il Mobile First passa per il DAM Intelligente
Con il mobile bisogna ragionare in modalità multicanale, tenendo presente le modalità di comunicazione tipiche di questo device. Di certo non è semplice star dietro a tutti i canali che il customer journey ci presenta, ma c’è un sistema facilmente usabile e integrabile in azienda.
Se noi gestiamo centralmente tutte le tipologie di contenuto (documenti, file multimediali, etc.) con un DAM (Digital Asset Management) Intelligente, ce ne assicuriamo la migliore distribuzione. La consegna infatti avviene direttamente dal DAM ai vari CMS attraverso un unico player multimediale: questo consente di aggiornare automaticamente in tempo reale tutte le condivisioni sui vari canali, con un solo click.
Ma a ciascuno il suo: funzionalità come il ritaglio dinamico delle immagini o lo streaming adattivo consentono di “vestire” il messaggio secondo il touchpoint di destinazione. Se un utente fruisce di contenuti da mobile, li vede ottimizzati per mobile. E questo permette ai tuoi asset aziendali di essere visitati e di “lavorare” nel momento cruciale dello ZMOT.
Non basta distribuire i contenuti, devi farlo con la miglior resa possibile
C’è da aggiungere che la pazienza degli utenti da mobile si esaurisce più in fretta: in presenza di prestazioni web scarse, come siti lenti a caricarsi, il tasso di abbandono è più elevato rispetto al desktop. Vogliono tutto e subito, per cui se ci si vuole assicurare un buon posizionamento è indispensabile offrire un’esperienza eccellente.
THRON è un DAM Intelligente che si presta bene a queste esigenze perché la sua consegna dei contenuti agli utenti finali è accelerata da un servizio CDN (Content Delivery Network) che consente di fornire prestazioni di livello anche per i contenuti multimediali (video, audio etc.) che solitamente sono i casi di delivery più complicati.
Le reali performance che gli utenti stanno visualizzando sono state misurate con parametri quali latenza, larghezza di banda, qualità di riproduzione secondo il metodo Real User Monitoring (RUM). E sono ottimali: i tecnici di THRON hanno appurato che la piattaforma riesce a distribuire tutte le tipologie di contenuti in tutto il mondo (Cina compresa) con prestazioni web sempre elevate.
Facciamo un riepilogo dei vantaggi di THRON in ottica Mobile First:
- Adatta automaticamente i contenuti al canale prescelto (in questo caso il mobile) con la sua Delivery Integrata
- Fornisce prestazioni web sempre elevate, garantendo una connessione fluida e senza interruzioni di servizio
- Permette di collegare le app aziendali a THRON, applicandovi la Content Intelligence: questo consente di ricavare dati sugli interessi degli utenti dalla fruzione dei contenuti che fanno, traendo informazioni utili per far crescere il business (è il caso della nuova app di Campagnolo, che si chiama MyCampy)
Ricorri a THRON per predisporre strategie comunicative orientate al mobile ed evita di finire travolto dal Mobilegeddon!