«C’è una delle nostre startup che ha sviluppato un sistema di telecamere in grado di riconoscere le piante di una serra, farne l’inventario e individuare batteri», racconta Luigi Congedo. Appassionato di business basati sull’intelligenza artificiale, lavora come “principal” in BootstrapLabs, fondo della Silicon Valley che investe unicamente in progetti in AI, dal settore agricolo, al finanziario, fino ai trasporti e alla sanità.
Laurea in economia aziendale, Luigi si trasferisce prima a Dublino, attratto dal mondo dell’innovazione, per poi rendersi conto che in “in Irlanda c’erano solo le grosse multinazionali, ma la storia si scriveva altrove”. Allora, parte: direzione Silicon Valley. Dopo varie esperienze, in Samsung e in startup in AI come RadiumOne (intelligenza artificiale applicata ai media, ndr), conosce uno dei fondatori di BootstrapLabs che lo convince a entrare nel team.
«Siamo nati 10 anni fa dall’idea di un imprenditore seriale svedese (Nicolai Wadstrom, ndr). Investiamo fino a 3 milioni di dollari e aiutiamo le startup a fare dei round più grandi, mettendo a disposizione il nostro network. Oggi lavoriamo su 24 aziende e siamo a caccia di nuovi investimenti».
«AI, non è una novità»
Luigi racconta che spesso, anche tra gli startupper, c’è una percezione errata dell’intelligenza artificiale:
«Non c’è niente di nuovo nell’AI, parliamo di tecnologie che hanno almeno cinquant’anni. Quello che è cambiato invece sono le infrastrutture che permettono di sviluppare applicazioni più performanti nel campo, grazie all’aumento delle potenzialità di calcolo, la riduzione dei costi di sviluppo, l’open source, il cloud, il 5G e la produzione esponenziale di dati. L’approccio giusto non è inventare quindi la tecnologia del secolo, ma sfruttare tutta la letteratura che già abbiamo sull’argomento, per rendere le cose immaginate realizzabili davvero».
Agricoltura, trasporti, costruzioni (con tecnologie che, grazie a telecamere garantiscono l’efficienza di una costruzione, e la riduzione dei costi), fintech, energia e healthcare sono i settori che per Luigi vedranno la crescita di soluzioni in intelligenza artificiale:
«Le applicazioni possibili nel fintech sono infinite. Ci sono startup che offrono dei modelli vincenti, come Roger che ha sviluppato un sistema in grado di automatizzare tutta la contabilità di una PMI: arriva uno scontrino, o una fattura, e il software capisce a chi va pagata quella fattura e in che tempi. Inoltre, grazie all’interconnessione dei dati dei clienti, è possibile individuare frodi, con un sistema di fraud alert».
Luigi ci spiega poi come il fintech faccia da traino a un altro campo nel quale le startup possono “sbizzarrirsi” nel trovare soluzioni innovative:
«Negli Stati Uniti il tema della cyber security è molto sentito. Nel 2017 sono stati rubati i dati di 200 milioni di persone di una famosa società finanziaria americana, Equifax. Soluzioni di intelligenza artificiale nella sicurezza informatica sono destinate a essere sempre più richieste su scala nazionale: le nuove guerre tra governi si stanno già combattendo con attacchi ai sistemi informatici».
I cervelli artificiali al servizio dei medici
Agricoltura, immobiliare, fintech, sono alcuni dei campi di applicazione più interessanti per chi investe in intelligenza artificiale, insieme all’healthcare, dove BootstrapLabs ha già investito in tre aziende, tra cui una startup molto promettente: si chiama Mendel e si occupa di favorire la diagnosi precoce del cancro.
«Pensa al settore medico. Ci sono già software che analizzano la cartella clinica del paziente e fanno una prima diagnosi. Diagnosi, che poi, viene revisionata dallo specialista. Una collaborazione più stretta tra robot e specialisti, è uno dei trend più interessanti che potrebbe svilupparsi».
Quello che succede nell’healthcare è, per Luigi, emblematico del rapporto che l’intelligenza artificiale creerà tra l’uomo e la macchina:
«Al di là delle preoccupazioni di chi dipinge un futuro apocalittico, le soluzioni di intelligenza artificiale serviranno ad aumentare le competenze degli specialisti, che avranno così più spazio e tempo per rivoluzionare la tecnologia e migliorare la vita delle persone. La sfida che la società affronterà allora è tutta nell’education: educare le persone a specializzarsi, avere un ruolo specifico, in un mondo dove tutto tenderà a essere automatizzato».
Scenari dell’AI tra 10 anni
Luigi immagina uno scenario nel quale in futuro si tornerà alle origini dell’intelligenza artificiale, con la volontà di ideare “soluzioni generali e non più verticali”:
«L’intelligenza artificiale è nata per riprodurre le funzioni del cervello umano. Poi negli ultimi vent’anni, i ricercatori e gli imprenditori si sono focalizzati su piattaforme verticali, dedicate a specifiche nicchie. Quello che immaginiamo è che in futuro si svilupperanno mega intelligenze artificiali, come Google DeepMind, in grado di essere applicate a più campi, connettendo e gestendo le varie IA. Come sempre, il futuro di ogni tecnologia risiede in una parola chiave: integrazione».
Luigi ci svela poi che BootstrapLabs è interessata anche a finanziare startup europee e italiane, a condizione che vogliano puntare a espandersi sul mercato americano:
«Il nostro pensiero è “il talento è ovunque, le opportunità no”. Ogni anno riceviamo duemila presentazioni da parte di aziende, anche provenienti dall’Europa e dall’Italia. Oggi i fondi, tutti, attraversano una fase molto particolare, in cui la competizione è altissima. Su una stessa startup possono lanciarsi anche 10 investitori e per questo è importante allargare i canali delle proprie attività di scouting. Noi cerchiamo di farlo. Ciò premesso, se fossi uno startupper e volessi entrare in contatto con il mio fondo, o con un altro, cercherei sempre di ottenere un intro da un Ceo che ha già ricevuto un investimento. Oggi su Crunchbase e Linkedin, è molto più facile costruire relazioni e avere la strada un po’ più spianata».