Non tutti i batteri, si sa, sono patogeni. Alcuni possono essere davvero utili all’uomo. Questo è il business della startup torinese. Che, però, ha già lasciato l’Italia
U-Earth ha vinto la call for innovation dedicata allo Smart Building organizzata da Eni gas e luce con il supporto di Digital Magics. L’azienda, nata a Torino, ha sbaragliato la concorrenza delle dieci finaliste (su un totale di 73 valutate) proponendo un sistema di purificazione dell’aria al crocevia tra tecnica e biologia: ora la attende un mese di co-design assieme alla multinazionale per provare a immaginare una collaborazione. L’apparato – spiega il marketing manager Lorenzo Di Cataldo, che ha ritirato il premio – è in grado di eliminare il particolato, gli odori e persino i virus utilizzando batteri non patogeni.
Di Cataldo di U-Heart mostra una bottiglia con il residuo della purificazione (foto Antonio Piemontese)
Via dall’Italia, destinazione Londra
Un altro caso – l’ennesimo – di startup italiana emigrata: il team è, infatti, volato a Londra l’anno scorso, contattato dall’Ufficio del sindaco della capitale britannica, sempre molto attento alle politiche ambientali. A dirla tutta, verrebbe da dire, l’inquinamento è un problema serio anche da noi; ma i britannici sono stati più lesti a fiutare le potenzialità del prodotto, e hanno offerto una serie di facilitazioni e supporto nel networking che avrebbero fatto vacillare anche il più nazionalista degli imprenditori.
Alla guida di U-Earth c’è una vecchia conoscenza dell’ecosistema delle startup: si tratta di Betta Maggio, che ricopre la carica di amministratore delegato.
Purificare l’aria sfruttando i batteri: la scommessa di U-Earth
L’ispirazione arriva direttamente dalla natura: U-Earth imita il processo tramite cui l’ambiente si libera dei contaminanti. I purificatori sviluppati attirano le particelle indesiderate indipendentemente dalla dimensione sfruttando il principio dell’attrazione per carica elettrica molecolare: a distruggerle interviene poi un processo di bio-ossidazione. Il risultato è semplice acqua, sporca sì, ma sostanzialmente innocua (vedi foto). Il processo è possibile grazie a una biomassa composta da 13 ceppi batterici non geneticamente modificati, brevetto esclusivo dell’azienda, che si adattano al contesto in cui si trovano e mentre crescono fagocitano i contaminanti.
I bioreattori si possono installare anche outdoor, dove sono in grado di creare una “bolla” di aria pura, come sperimentato con successo a Torino.
“Call per incontrare realtà diverse da noi”
“Quello che ci è piaciuto è che nell’azienda vediamo un’opportunità dal punto di vista commerciale – ha commentato Mauro Fanfoni, Responsabile Strategy and Business Transformation di Eni gas e luce – Loro in questo momento lavorano prevalentemente con il B2B e non hanno ancora sviluppato il versante B2C: proveremo a farlo assieme durante la fase di co-design, immaginando come questa soluzione, scalando in termini di volumi, possa essere portata nelle case delle persone. Del resto, entriamo tutti i giorni in 8 milioni di abitazioni in Italia”.
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Un successo, per certi versi, sorprendente. “Se devo dire la verità mi sarei aspettato di premiare una società legata all’ambito dell’efficienza energetica – ha proseguito il dirigente – perché è quello che conosciamo meglio e anche quello per cui è arrivato il 70% delle candidature. Invece alla fine siamo stati sorpresi, ed è questo il bello della open innovation”. Eni Gas e Luce nasce a luglio 2017, relativamente giovane. “Dobbiamo affrontare la sfida di lavorare con soggetti molto diversi da noi, e per farlo bisogna prima entrare in contatto con queste realtà. Lo strumento della call for innovation ci consente di capire come il mercato si sta muovendo, e di ampliare la nostra offerta in relazione ai nostri obiettivi di business”. Per il momento non è previsto alcun ingresso nel capitale di U-Earth, ma solo una potenziale collaborazione, se la fase di co-design dovesse rivelarsi proficua.
Le altre menzioni speciali
Tra le aziende che hanno meritato una menzione speciale, Immodrone, che tramite un network di 1500 piloti di drone offre servizi di valorizzazione immobiliare: aiuta, cioè, a presentare le proprietà nella luce migliore in vista della vendita. Per l’occasione, però, l’azienda ha mutato pelle, proponendo di dotare i velivoli di termorilevatori col compito di raccogliere dati e produrre report che aiutino la programmazione degli interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici.
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La seconda menzione speciale è andata a Perry Electric con la soluzione C.Dom, un sistema sempre connesso che consente di programmare, gestire e controllare il comfort dei diversi ambienti domestici adattandosi alle esigenze degli utenti e riducendo i consumi energetici grazie all’intelligenza artificiale.
Non sono previste nuove call in tempi brevi, ma Eni gas e luce mette a disposizione la propria piattaforma di Open Innovation per centri di ricerca, startup, PMI e grandi aziende. Chiunque abbia un’idea innovativa e voglia sottoporla all’attenzione della multinazionale potrà quindi proporre la propria soluzione in una delle 6 aree di interesse.