Si chiama Alexa, la prima intelligenza artificiale, a condurre una startup competition. Sul palco dell’evento campano alcune startup diventate milionare, come Sophia High Tech di Antonio Caraviello, leader nella manifattura additiva
La prima intelligenza artificiale a condurre un evento: succede a NaStartup, la palestra delle startup campane guidata da Antonio Prigiobbo. Nell’ultimo appuntamento, all’interno dello spazio di coworking Lab 46, Alexa (questo il nome dell’AI creata da Eclettica azienda specializzata nello sviluppo di software personalizzati) ha presentato le startup, alcune millionare che hanno tenuto il loro pitch.
Le startup millionare e l’AI
Le tecnologie sull’intelligenza artificiale cercano di superare intanto la prova del 9, ovvero quella di una reale interazione con gli esseri umani. In questo Alexa stupisce: “il conduttore in seconda” chiede all’intelligenza artificiale di presentare la startup e lei racconta una storia impeccabile, su quello che fa e i risultati che ha raggiunto.
Tra i progetti sul palco di NaStartup c’è Sophia High Tech, una realtà che si è affermata negli anni, fino a fatturare una cifra che supera i due milioni di euro, con partnership prestigiose come FCA, Lamborghini, Fincantieri. L’azienda campana, guidata da Antonio Caraviello, ha brevettato delle soluzioni nel campo della manifattura additiva, attraverso un processo innovativo nella miscelazione delle polveri (tra poco potrai leggere l’intervista che abbiamo realizzato al Ceo).
Tra le aziende milionare anche Kineton. Cisco, Ducati, Sky, Ferrari, sono solo alcune delle partnership strette dall’impresa guidata da Angelo Palladino, una società che sviluppa soluzioni di alta ingegneria nell’automotive, media e ICT. Kineton Academy è il percorso formativo creato dall’azienda che punta a preparare giovani ingegneri sulle innovazioni nel campo dell’automotive.
PickMeUP, la startup preferita
Oltre alle due aziende milionarie, hanno presentato il loro progetto PickMeUp, la soluzione di mobilità urbana Luciana De Fino, una sorta di Uber tarato soprattutto sulle esigenze di anziani e bambini. E Happy Events di Marco Sessa, un social network dedicato agli eventi, che aiuta gli utenti a cercare l’evento che più si adatta alle loro caratteristiche ed interessi. Per la cronaca, la startup della De Fino è stata la preferita dalla giuria dei partecipanti.
«Buzzoole è l’impresa che cresce di più in Italia. Chi avrebbe mai immaginato solo qualche anno fa che una startup napoletana avrebbe avuto questo primato? Qualche settimana fa, un’altra startup napoletana, Intertwine ha acquisito una startup veneta, diventando leader nella scrittura collaborativa. Due esempi che sono un chiaro segnale: condividere i talenti può creare “l’effetto valanga” che serve al nostro territorio. Questa è l’idea dell’acceleratore civico, NaStartup», spiega Antonio Prigiobbo a NaStartup.
La call per l’Edutech
Durante l’evento è stata presentata una call, “Call for Innovation”, dedicata a tutte le startup o PMI che sviluppano soluzioni, applicazioni e servizi, nell’ambito della formazione. La call, promossa dall’Università Telematica e da Gennaro Tesone, founder di Lab46 e partner di Digital Magics, offre 10mila euro, equity free al vincitore. Le candidature possono essere inviate qui al LINK.
Antonio Caraviello: «La mia idea nata all’università»
La sua storia è quella che ogni startupper vorrebbe avere. Antonio dopo gli studi in Germania torna in Italia e con l’appoggio di un team di colleghi e l’università e un investimento di 40mila euro, crea Sophia High Tech. Da quel 2013 sono passati un po’ di anni, e Antonio ha avuto modo di crescere nel business e come imprenditore. Gli abbiamo chiesto di raccontarci cosa ha imparato in questi anni sul fare innovazione in Italia:
«Ho imparato che a vincere sono le aziende che hanno un team eterogeneo ed affiatato, quelle dove si gioca a carte e a calcio insieme. Vincono le startup che ricevono tanti no all’inizio: dico sempre che “n” no fanno un grande “sì”. Vincono le startup che hanno fanno formazione, noi abbiamo partnership con diverse università perché il trasferimento tecnologico è continuo. Vincono le startup che hanno carattere: è facile fare innovazione a Monaco o in altri luoghi dove aiuti e supporti sono tanti, fare innovazione qui significa essere gladiatori. Infine, vincono le startup che hanno una leader con una vision chiara. Se non sai dove arrivare, non arrivi mai da nessuna parte».