Il quadro complessivo della digitalizzazione della scuola non è certamente negativo, anzi risulta sicuramente in crescita, ma non può nemmeno essere considerato positivo, specie nelle regioni del Sud. Il rapporto
Aumentano i pc e le LIM nelle aule, anche se banda larga e wi-fi non sono onnipresenti. Così come i tablet e gli ambienti digitali. Non solo: nelle aule mancano ancora i “docenti digitali”.
Tuttavia, il vero gap che sembra permanere è quello fra Nord e Sud, con il primo che segue le innovazioni e traina, e il secondo che invece rallenta, bruscamente, la trasformazione digitale della scuola italiana. Si tratta dei risultati emersi dal rapporto di Skuola.net sull’uso delle tecnologie a scuola. Dati certamente non totalizzanti, ma sicuramente molto indicativi per capire a che punto si trova la trasformazione della scuola italiana.
Il rapporto prende come rifermento il parere di 8500 studenti intervistati di scuole medie e superiori.
Gli strumenti nelle aule aumentano, ma non vengono ancora utilizzati
Prima di tutto, bisogna evidenziare che le scuole si stanno dotando negli ultimi anni sempre più di tecnologia: infatti, anche in seguito al Piano Nazionale Scuola Digitale introdotto dalla riforma de la “Buona Scuola”, gli istituti scolastici hanno iniziato ad accelerare la trasformazione: in base a rapporto Skuola.net, le aule computer, ad esempio, sono presenti in 9 istituti su 10. Il problema, però, è che solo nel 39% dei casi verrebbero usate frequentemente (21% tutti i giorni, 18% almeno una volta alla settimana). Addirittura il 17% accenderebbe i computer almeno una volta al mese. Tuttavia, il 34% (che al Sud sale al 52%) non avrebbe mai usato i pc, pur avendoli a disposizione.
Nel 22% dei casi lo strumento è stato fornito gratuitamente dalla scuola, mentre il 6% ha dovuto pagare un contributo per averlo. Si tratta senza dubbio di una crescita del 100% rispetto allo scorso anno, quando gli intervistati in simili condizioni non arrivavano al 14%. Tuttavia, restano ancora molti i casi in cui la digitalizzazione non è arrivata: circa il 58%, nel Mezzogiorno addirittura il 78%.
La LIM batte il pc
Lo strumento digitale più utilizzato è comunque la LIM, ovvero la Lavagna Interattiva Multimediale (LIM) che ha una diffusione uguale alle aule pc, con la differenza che è molto più utilizzata: l’87% degli studenti dice di averla a disposizione, di cui il 44% dice di usarla tutti i giorni (54% al Nord), il 16% almeno una volta alla settimana, solo il 10% una volta al mese. La quota di quanti ce l’hanno ma non la usano, nel caso della LIM, si ferma al 17%.
Al Sud anche in questo caso i numeri sono inferiori: il 32% dei ragazzi sostiene che nella propria classe la LIM c’è ma è perennemente spenta.
Connessioni scarse o inesistenti
Ma alla base del mancato boom della scuola digitale ci sarebbero i problemi di connessione: 1 studente su 4 – il 23% – non ha una rete wi-fi che arrivi nella propria classe. A cui va aggiunto un 13% che può sfruttare solo la connessione presente in alcune aree comuni della scuola o nei laboratori, comunque insufficiente a sostenere la navigazione di tutti gli ipotetici utenti.
Invece, il 31% del campione, si deve accontentare di una connessione via cavo LAN. Ma c’è il 33% che riferisce di non avere un sistema per connettersi.
Numeri che nelle regioni meridionali raddoppiano: il 60% degli studenti non ha a disposizione né wi-fi né LAN.
I prof sono ancora poco digitali
Come detto in precedenza, in molti casi la tecnologia a scuola c’è ma non viene sfruttata. Il motivo può essere rintracciato anche nel poco utilizzo che i docenti ancora fanno del digitale a livello di didattica: dal sondaggio emerge che in circa 7 classi su 10 i docenti utilizzino materiali trovati online (foto, video, presentazioni, articoli, ecc.) per approfondire le lezioni: nel 42% dei casi lo fanno tutti i prof, nel 30% solo alcuni.
Viene sfruttata in questi casi la LIM, a conferma del largo uso che se ne fa a scuola, ma non mancano i casi di tablet o smartphone personali usati dall’insegnante durante la lezione. Ma stiamo parlando ancora dei docenti del Nord. Il Sud, resta indietro, con il 52% degli studenti che è ancora costretto a seguire lezioni esclusivamente di tipo tradizionale.
Forse manca un intervento più incisivo della scuola: solamente il 48% degli intervistati, infatti, dice che il proprio istituto ha organizzato corsi sull’uso dei programmi di produttività, sul coding, ad esempio.
Insomma, il quadro complessivo della digitalizzazione della scuola non è certamente negativo, anzi sicuramente in crescita, ma non può nemmeno essere considerato positivo, specie nelle regioni del Sud.
Si comprende, quindi, che la scuola italiana sta passando al 2.0, ma ha ancora bisogno di molti upgrade.