A Torino l’iniziativa ha coinvolto tante classi e istituti scolastici. Quest’anno si raggiungeranno 180 giorni di corsi. Abbiamo intervistato Marco Gioannini che segue il progetto da anni
Torino non è solo Fiat, museo egizio e del cinema. Ma è anche Combo, il laboratorio didattico della Fondazione “Agnelli”, una vera eccellenza nel panorama italiano. Per trovarlo bisogna andare nella rinnovata sede di via Giacosa 38/a. A primo impatto potremmo dire che è uno dei tanti laboratori di robotica che iniziano a comparire sulla faccia del sistema d’istruzione, ma ai fondatori di questa esperienza non piace assolutamente definirlo in questo modo.
È un progetto di sperimentazione didattica pensato per gli studenti e i docenti (per ora) di tutte le scuole di Torino e del Piemonte, realizzato insieme a diversi partner – come Comau, Istituto Italiano di Tecnologia e Google – e avviato nell’ambito di uno specifico protocollo d’intesa pluriennale con l’ufficio scolastico regionale del Piemonte.
Tutti i laboratori insistono su argomenti in sintonia con i curricula di studio, in particolare nelle discipline matematiche, scientifiche, tecnologiche ed economiche. Non sono, dunque, solo laboratori “di robotica”, ma soprattutto laboratori “con la robotica”, dove i supporti tecnologici sono al servizio di una modalità di apprendimento nuova, inconsueta e anche coinvolgente delle materie che si studiano a scuola.
Le proposte di Combo per le classi
I laboratori si propongono anche il rafforzamento di alcune competenze trasversali, come la capacità di cooperare efficacemente all’interno di un gruppo di lavoro e il problem-solving: ogni laboratorio propone, infatti, agli studenti di risolvere compiti di realtà, per i più grandi anche legati a simulazioni di esperienze lavorative.
Le tre proposte di laboratorio anche per quest’anno vanno sotto il nome di “Robo-Abaco” per la scuola primaria (classi III, IV e V) che affronta temi di matematica; “Robo-Coop” per tutte le classi di scuola secondaria di I grado dove si affronta tecnologia e matematica, con una specifica attenzione ai principi generali del metodo scientifico e infine “Robo-Cartesio” per tutte le classi di scuola secondaria di II grado che arriva a parlare anche qualche di fisica e di economia.
Sono gli stessi studenti a guidare i robot e a risolvere i problemi concreti proposti dai facilitatori di Comau, applicando e ripassando gli argomenti disciplinari, sviluppando le competenze cooperative.
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L’intervista
Ne abbiamo parlato con Marco Gioannini della “Fondazione Agnelli” che segue dalla nascita l’ambizioso progetto.
Perché un laboratorio di questo tipo tra i vostri uffici dove da sempre studiate numeri e dati sulla scuola?
L’idea ci frullava da molto tempo in testa. Avendo speso molti anni sulla scuola, sull’innovazione didattica, sulla media, ci piaceva l’idea di sporcarci le mani con gli istituti scolastici coinvolgendoli nella progettazione di questo laboratorio. E così è stato, rendendoli partecipi fin dalla nascita del progetto di quello che stavamo facendo.
Una vera e propria sperimentazione
Esatto. Negli anni precedenti avevamo già incontrato delle classi primarie in maniera episodica. Nella nuova sede, riqualificata, abbiamo fatto in modo di avere uno spazio attrezzato, flessibile in grado di ospitare una classe ogni giorno. Ogni laboratorio è pensato e modulabile per adeguarsi ai livelli di conoscenze e di competenze delle diverse classi e – nel caso della secondaria di II grado – dei diversi indirizzi.
Cosa fanno in concreto le scolaresche che vengono da voi?
Lo strumento al centro del lavoro è quello dei robot educativi, ma non amiamo chiamarlo laboratorio di robotica, preferiamo didattica con la robotica. Alla base ci sono le indicazioni nazionali. Con i robot non facciamo solo coding ma le proprietà delle addizioni e le unità di misura. In Robot Cartesio facciamo sistemi di equazioni binari sul piano cartesiano. Lo svolgimento in maniera diversa ci permette di fare una lezione interattiva, divertente.
Com’è andata finora?
Straordinariamente bene dal punto di vista delle adesioni. L’iscrizione avviene attraverso l’ufficio scolastico regionale del Piemonte scegliendo la data preferita tra quelle disponibili. Siamo al terzo esperimento e in poche ore termina sempre la disponibilità. Le segreterie devono fare in fretta ad iscriversi. Siamo arrivati a fare 120 giornate ovvero 120 classi. Quest’anno riusciremo a mettere insieme 180 giornate, quindi quasi tutto l’anno scolastico. Abbiamo provato a farlo anche in estate con i bambini che non possono andare in vacanza e fanno attività estive nelle scuole che restano aperte.
Un’attività che non coinvolge solo gli alunni.
Abbiamo organizzato corsi di formazione per i docenti grazie all’Istituto italiano di tecnologia e Google con il quale abbiamo fatto un corso di coding per le primarie attraverso la loro piattaforma. Vorremo saturare anche il pomeriggio pensando proprio ai docenti. L’idea è fare didattica sulle materie matematiche- scientifiche che forse sono quelle che risentono maggiormente. Ci piacerebbe fare un corso di logica argomentativa prima o poi e ospitare anche le classi che vengono in viaggio d’istruzione a Torino e desiderano partecipare a Combo.