Un web doc che racconta non solo le storie delle tante chiusure ma anche di alcune coraggiose riaperture
“Buio in sala” è un web doc realizzato dal collettivo Cinescope che indaga il fenomeno della chiusura delle sale cinematografiche a Roma e del vuoto culturale che esso ha creato. Non si racconta solo la storia delle tante chiusure, ma anche di alcune coraggiose riaperture.
Un mappa di tutti i cinema chiusi
Il progetto nasce dall’incontro, avvenuto nel novembre 2015, tra il fotografo Giovanni Corsi e la studentessa di architettura Giulia Marzocchi. L’intento era quello di mappare i cinema chiusi, ma il materiale raccolto ha portato alla stesura di una tesi di ricerca e di un portfolio fotografico esposto presso la Casa del Cinema di Roma. L’energia liberata da questi due esordi è convogliata nel collettivo Cinescope, formato da sei ragazzi e tre ragazze con percorsi professionali diversi (grafica, fotografia, architettura, videomaking e giornalismo) e finalizzato alla realizzazione di un documentario interattivo sull’argomento.
“La realizzazione del web doc risponde alla necessità di indagare, attraverso il racconto, un problema che come appassionati di cinema e come cittadini sentiamo nostro. Ma soprattutto, è frutto di un incontro che è diventato prolifico grazie all’affetto, alla stima e alla sinergia creatasi durante il lavoro”, spiega Giulia Sbaffi, attivista di Cinescope e ricercatrice di Italian Studies presso la New York University. “Buio in sala” è diviso in tre capitoli: la mappa interattiva di tutte le sale chiuse o trasformate in altre attività commerciali (hotel, palestre, sale bingo…), le storie paradigmatiche di dieci di esse e le video interviste a coloro che hanno vissuto il fenomeno da diversi punti di vista (tra questi, il regista Dario Argento). “Attraverso la mappa, esplorabile autonomamente, l’utente si rende conto dell’estensione della problematica in tutta la città senza distinzione tra centro e periferia”, aggiunge Sbaffi, che prosegue: “Raccogliendo le storie riguardanti alcune singole sale e le voci di chi ha fatto del cinema e della sala la propria quotidianità, “Buio in sala” conserva la memoria di tutte quelle che hanno chiuso. Inoltre, restituisce al suo pubblico le esperienze di chi tenta di proporre nuove letture della funzione culturale e sociale di questi spazi altrimenti abbandonati”.
Come cambia il tessuto urbano della città
L’accesso alla piattaforma è libero per tutti coloro che vogliono documentarsi, “perché la forma del web doc risponde a un’idea di libera condivisione e fruizione del prodotto creativo. È un documentario, ma libero e gratuito”. La chiusura delle sale è un ulteriore elemento che testimonia il cambiamento del tessuto urbano e sociale della città: “Una volta la realtà del cinema restituiva la maestosità di Roma, oggi ne inquadra il degrado e l’incuria”, afferma Sbaffi, “La mappa che abbiamo realizzato permette di esplorare il tessuto urbano percorrendo un itinerario in opposizione a quello dei luoghi del grande cinema promossi normalmente dalle istituzioni”.
Ma oltre alla denuncia di una situazione poco edificante che rischia di aggravarsi ancora di più nei prossimi anni, visti anche i dati comunicati da Anica e Anec nei giorni scorsi sul calo degli incassi dell’11,36% e un decremento delle presenze del 12,38% nel 2017 rispetto al 2016, c’è l’intento di stimolare nuove idee e possibili scenari legati alla produzione e fruizione cinematografica: “Questo è possibile solo mobilitando l’interesse e il coinvolgimento degli abitanti, che spesso sembrano rinunciare a essere parte attiva della vita culturale della città”, conclude Sbaffi.