Le startup attive nell’AgriFoodTech hanno raccolto in Italia 25,3 milioni di euro. L’eCommerce continua a farla da padrona e a sorpresa i droni non sono così gettonati
Anche nel settore agroalimentare la gestione dei Big Data è l’attività su cui si concentrano il maggior numero di startup. Secondo i dati dell’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell’Università degli studi di Brescia, le giovani imprese che sono focalizzate sulla gestione dei dati sono il 42% del campione analizzato, pari a 98 startup AgriFoodTech (nel panorama italiano). Seguono lo sviluppo di app mobile (36%), di tecnologie legate all‘Internet of Things (23%) e di nuovi device (19%). Salta agli occhi come solo il 5% delle startup agrifood stia sviluppando tecnologie e servizi legati al mondo dei droni e il 3% servizi di tracciabilità sfruttando le potenzialità blockchain.
La ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood, presentata durante le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona, ha passato al vaglio oltre mille startup attive a livello globale nel settore agroalimentare, dal campo alla tavola, e ha identificato 98 realtà tricolori. Di queste 45 hanno ricevuto investimenti pari a 25,3 milioni, mentre altre 12 hanno chiuso ‘undisclosed deal’.
La Lombardia si aggiudica il primo posto in classifica per numero di startup registrate e investimenti cubati. Sono infatti il 33% le giovani imprese che si trovano nella Regione e hanno catalizzato il 53% delle risorse attirate dal settore. Segue l’Emilia Romagna, con il 17% delle startup registrate, il Lazio (con il 9%), il Veneto (con l’8%) per poi scendere più in basso nella classifica con la Campania al 6%, il Piemonte al 5% e la Toscana al 4%.
Gli investitori puntano sull’eCommerce
Come già rilevato anche dallo studio di Five Seasons Ventures e di dealroom.co l’eCommerce assorbe la percentuale maggiore di risorse. Il 67% dei 25,3 milioni di euro investiti nel settore AgriFoodTech é stato ricevuto da stratup che operano nel food delivery e nell’eCommerce. In questo segmento operano la metà delle realtà imprenditoriali analizzate dall’Osservatorio, mentre nel settore dell’agricoltura 4.0 solamente il 20%. Più giù ancora le startup che operano nel segmento ‘qualità alimentare’ (il 13%), sostenibilità (l’8%) e tracciabilità, ferme al 6%.
“I margini di innovazione nel settore agroalimentare sono enormi e le startup rappresentano il futuro dell’industria del Paese”, ha spiegato durante l’evento Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood. “Tecnologie come blockchain hanno potenzialità enormi perché assicurano la tracciabilità dei prodotti alimentari fortificando quel legame di fiducia che é importante sussista tra chi produce e chi acquista prodotti alimentari”.
Durante l’evento organizzato dall’Osservatorio sono state nove le startup che hanno presentato le proprie soluzioni innovative. Save by booking, BiorFarm e Flick on Food hanno messo a punto piattaforme per far incontrare chi produce prodotti agroalimentari e i consumatori finali. Ez Lab e Foodchain operano invece nel settore della tracciabilità sfruttando la tecnologia blockchain. Legur e TechMass applicano i principi dell’industria 4.0 ai settori della logistica e dell’organizzazione aziendale. Mentre Qualitade si é concentrata sullo sviluppo di strumenti per l’analisi qualitativa dei prodotti.