Con il suo sistema Bcms pensato per impedire i bird strike tra velivoli e stormi d’uccelli, Edge Company ha vinto un programma di accelerazione nell’incubatore francese the camp. Grande risultato: c’erano solo 10 posti
È sempre bello poter raccontare una storia di successo. Soprattutto, quando si è seguito il progetto fin dalla sua nascita, o quasi, dandone puntuale notizia qui su StartupItalia!.
Un’immagine del Bcms, sistema integrato di AI e pattern recognition
E così oggi facciamo volentieri i complimenti a Edge Company, l’impresa innovativa di Rimini che ha brevettato il Bcms (Bird Concentration Monitoring System), un sistema integrato di AI e pattern recognition (riconoscimento di un soggetto dalla forma e dal colore) applicato al monitoraggio delle zone aeroportuali che consente di evitare gli scontri tra gli stormi di uccelli e i velivoli in decollo. Insieme a Cynomys, la startup rappresenterà l’Italia nel programma di accelerazione internazionale della incubatore francese the camp.
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10 startup da tutto il mondo
Non è stata una sfida semplice. Solo 10 startup da tutto il mondo infatti, potevano accedere a questo programma della durata di 3 mesi che inizierà il prossimo settembre e durerà 3 mesi. La concorrenza era dunque agguerrita e di qualità, ma il Bcms e le sue enormi potenzialità nel prevenire i “bird strike” hanno subito attirato l’attenzione della giuria.
L’incubatore “the camp” ad Aix-en-Provence
La giuria, costituita da top manager di grosse realtà imprenditoriali mondiali, ha valutato con attenzione quali startup ammettere al programma concentrandosi su 4 aspetti nello specifico:
- curricula dei fondatori;
- aspetti tecnologici del progetto;
- adeguatezza ai principi di sostenibilità dell’acceleratore;
- capacità della startup di stare sul mercato.
Tutti aspetti in cui Edge Company ha dato prova del suo valore garantendosi l’opportunità di accedere ad investimenti e contatti con i principali fondatori dell’acceleratore francese (Crédit Agricole, Airbus, Air France, Accor Hotels, Vinci, Cisco e SNCF).
Il fenomeno “bird strike”
Anche se poco conosciuto come fenomeno, lo scontro tra un velivolo e uno stormo di uccelli provoca ogni anno elevati costi tra ritardi nei voli e spese di riparazione. Disagi che nel 2014 sono arrivati a costare 40 milioni di euro, secondo l’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile). Inoltre, mette a rischio la sopravvivenza di non poche specie di pennuti.
Tra gli aeroporti più colpiti ci sono anche alcuni dei più conosciuti. Come Milano Linate, dove nel 2016 (queste le informazioni più recenti) si sono verificati 38 impatti che hanno riguardato prevalentemente gheppio e rondone, oggi specie protetta. O Roma Fiumicino, dove il gabbiano reale è stato la causa di buona parte dei 58 incidenti avvenuti. O ancora Venezia, dove la maggior parte degli scontri in volo ha per protagonista il colombaccio.
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Il fatto poi che il 70% degli impatti si verifichi al di sotto dei 200 ft. di quota, in fase di partenza o atterraggio dell’aereo, rende l’evento e le sue possibili conseguenze ancor più pericolose. Ecco perché gli aeroporti si sono dotati di personale addestrato per intervenire in casi come questo.