Dove ci sono grossi problemi da risolvere, esistono gigantesche opportunità. L’industria dei media online è sicuramente uno dei campi nei quali gli spazi di manovra per gli startupper sono tanti, come tanti sono i nodi irrisolti.
Dal possesso e la sicurezza dei dati, dai quali ormai nessun business digitale può fare a meno, alle tante falle dell’advertising online, che manca ancora di quella trasparenza necessaria per chi investe. Per non parlare poi delle poche fonti di guadagno per i tanti creatori della Rete, sono tante le cose da mettere a posto per creare un sistema più equilibrato e giusto.
Se i mali sono noti, nota per molti è anche la cura: si chiama blockchain e secondo diversi analisti, e startupper che stanno investendo, rappresenta la soluzione.
Vediamo in che modo la tecnologia che fa muovere i bitcoin punta a rivoluzionare il mondo dei digital media.
Sicurezza dei dati, privacy e controllo
La questione dell’acquisizione dei dati sulla Rete e della loro vendita, non potrà essere rimandata all’infinito. L’attuale sistema vede protagonisti i big del tech, Google e Facebook, che hanno costruito le loro fortune proprio in virtù dei dati dei consumatori. Un monopolio che ha creato due di quei famosi nodi con cui abbiamo iniziato l’articolo:
- Gli utenti che cedono i dati non hanno nessun guadagno dalla loro vendita
- Google e Facebook hanno in mano il mercato dell’advertising online (l’80%) e non sono disposti a condividere i dati al di fuori di quello che è il loro “universo”.
La blockchain può accrescere la sicurezza dei dati e permettere agli utenti di avere controllo sulle informazioni che lasciano sulla Rete e di sapere come vengono utilizzate.
Grazie proprio alla sua natura di Rete decentralizzata nella quale tutti possono controllare gli scambi che avvengono all’interno, la blockchain permetterebbe all’utente di verificare il percorso dei suoi dati online, sapere chi vengono venduti e a che prezzo. Questo potrebbe portare alla creazione di modelli di revenue, nei quali l’utente viene compensato per i dati personali che condivide sulla Rete.
Quella che sembra fantascienza oggi, in realtà già sta muovendo le azioni di diversi startupper. Un esempio è BitClave, in sostanza un motore di ricerca decentralizzato che permette alle persone di navigare sulla Rete, secondo le loro condizioni: «Il nostro sistema di ricerca online decentralizzato ti consente di trovare quello che veramente cerchi e di essere compensato per i dati che immetti nel sistema, senza la necessità di soggetti terzi che fanno da intermediari tra i tuoi dati e le aziende», si legge sul sito ufficiale della startup.
Nuove forme di monetizzazione sui social media
I social media hanno consentito a tutti di essere creatori e distributori di contenuti, disintermediando l’universo dei media. Tuttavia, i creatori dei contenuti digitali si trovano all’ultima ruota del carro nel momento in cui devono essere compensati per il loro lavoro.
Ancora una volta la blockchain viene in soccorso “degli ultimi”. Pensiamo a un meccanismo che sappia integrare blockchain, micro pagamenti in criptomonete e piattaforme social. Se ben progettato, questo potrebbe creare nuovi sistemi di monetizzazione e difendere, allo stesso tempo, la proprietà intellettuale.
Anche in questo caso, non sono chiacchiere. Steemit, una startup che crea soluzioni per combinare social media con la blockchain, ha ideato una piattaforma che consente ai creatori di contenuti di essere remunerati in criptomonete, nel momento in cui altri utenti usano i loro post (articoli, video, immagini). Questo assicura loro un guadagno adeguato alla popolarità del contenuto.
Ridurre le truffe nell’advertising online
Secondo alcuni studi riportati da Business Insider, per ogni tre dollari spesi sull’advertising digitale, uno va arricchire le tasche dei truffatori, per una perdita generale stimata in 16,4 miliardi per la fine del 2017.
Questo dato sottolinea la necessità per i marketer di avere nuovi strumenti per verificare la qualità del traffico che attirano, quando lanciano una campagna. Malgrado la Rete si sia arricchita di software di verifica, è ancora complesso, in molti casi, quantificare se le pubblicità creano online si traducano realmente in vendite.
La blockchain può intervenire anche in questo campo e rafforzare la trasparenza e l’attendibilità dell’advertising online. In un sistema retto dalla blockchain, gli ads possono essere registrati sulla Rete, in modo che ognuna delle metriche che realizzano sia verificabile. La blockchain, può, per esempio, registrare quante volte un ads viene vista e la natura del traffico. Implementare la tecnologia in questo campo significa ridurre il tasso di frodi e aiutare i marketer a dare un reale valore a ogni loro investimento online.
MetaX è una startup che ha inventato un protocollo, chiamato AdChain, che utilizza la blockchain per registrare le impression in tempo reale, e fornire ai marketer lo strumento adatto per capire se l’efficacia degli ads e da quante persone sono realmente visti.
La disruption della blockchain nei media: il caso Mindshare
C’è un big nei media che ha intuito le potenzialità della blockchain: è Mindshare, la global media agency da 30 miliardi di fatturato, che ha stretto recentemente una partnership con Zilliqa, una startup di Singapore che ha creato delle soluzioni su blockchain contro le fake news e a protezione della sicurezza dei dati sulla Rete.
«La blockchain aiuterà l’industria dei media in due modi. Innanzitutto, fornendo un contesto migliore per l’advertising online e l’altro aiutando a capire come si muove il consumatore nel suo viaggio dall’acquisizione dell’informazione fino all’acquisto», ha spiegato a CoinTelegraph, un portavoce dell’azienda.