Al via il progetto ‘Scuole aperte allo sport’: saranno coinvolte 100 scuole. Intanto il MIUR diffonde i dati della sperimentazione didattica ‘Studenti-Atleti’, con protagonisti oltre 1.300 ragazzi
Scuola e sport, oltre 1.300 studenti coinvolti nella sperimentazione didattica che coniuga sport e agonismo, anche attraverso l’uso di una piattaforma digitale. Presentato anche il progetto ‘Scuole aperte allo sport’: 100 le scuole coinvolte su tutto il territorio nazionale, con 1.500 classi e circa 30.000 ragazze e ragazzi partecipanti. Lo sport, insomma, diventa centrale come momento di educazione e come contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. Sarà la sinergia tra sport e cultura che insegnerà agli studenti di oggi a crescere come cittadini consapevoli del domani.
Studenti atleti: il digitale come strumento di formazione
L’approccio della sperimentazione didattica ‘Studenti-Atleti’ – promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con CONI, Lega Serie A e Comitato Italiano Paralimpico (CIP) per permettere a studenti impegnati nello sport agonistico di non rimanere indietro negli studi – è sicuramente al passo con i tempi: unisce il digitale alle lezioni frontali e a specifiche attività di formazione dei docenti. È la scuola a individuare lo studente atleta. L’organismo sportivo rilascia un attestato e individua il tutor sportivo referente esterno di progetto. Intanto, il Consiglio di classe redige un progetto formativo personalizzato e sceglie la modalità di adesione alla sperimentazione, che può essere di base o avanzata, che prevede, cioè, anche l’utilizzo della piattaforma digitale.
Lombardia al primo posto come adesione alla sperimentazione ‘Studenti-Atleti’
Nell’anno scolastico 2017/2018 sono stati raggiunti risultati importanti.
I dati sono stati presentati nei giorni scorsi al MIUR. Sono 1.309 gli studenti atleti coinvolti, iscritti in 356 scuole di 18 Regioni (con una crescita del 90% rispetto all’anno 2016/2017). I licei rappresentano il 76%, mentre gli istituti tecnici e professionali rappresentano il 24%. Le scuole che hanno aderito in numero maggiore sono: in Lombardia (78 scuole, 22%), Lazio (44 scuole, 12%) Piemonte ed Emilia Romagna (34 scuole, 10%). Non hanno aderito Molise e Valle D’Aosta. Tra gli indirizzi di studio delle scuole coinvolte prevalgono i licei scientifici (44% del totale delle scuole partecipanti), gli istituti tecnici (21%) e i licei sportivi (18%). Il 30% dei giovani sportivi segue il programma in modalità avanzata (quindi con l’utilizzo della piattaforma digitale), seguiti in totale da 596 tutor scolastici e da 721 tutor sportivi. Fra le oltre 70 discipline sportive praticate, il più presente è il calcio (22%), seguito dagli sport acquatici (14%), da atletica e basket (ambedue all’8%). Negli ultimi posti ci sono canoa e canottaggio (7%), arti marziali (6%), sci (4%), ginnastica e pattinaggio (3%) e tennis (2%).
Scuola e sport: le opinioni
“Con questo progetto – ha dichiarato il Sottosegretario del MIUR Gabriele Toccafondi – vogliamo offrire la possibilità agli studenti-atleti di portare avanti una carriera da professionisti e, allo stesso tempo, vogliamo abbattere l’alto tasso di dispersione scolastica che colpisce le studentesse e gli studenti che praticano sport ad alto livello. Sono sempre di più i ragazzi che utilizzano questo strumento perché vogliono studiare e fare sport a carattere agonistico”. Soddisfatto anche il direttore generale della Lega Serie A, Marco Brunelli: “Insieme al MIUR, abbiamo intrapreso, circa 3 anni fa, un percorso di sperimentazione che si sta avviando all’ultimo decisivo anno per diventare finalmente sistematico negli ordinamenti. Proprio per questo, da pochi giorni, abbiamo ufficializzato anche l’adesione al progetto da parte della Lega B e della Lega Pro: un passaggio fondamentale per garantire una continuità di metodologia e di studio ai nostri tesserati soprattutto in questi casi di cessione e prestito. Questa sinergia ci permetterà di ridurre ancora l’abbandono scolastico e garantire agli atleti un giusto supporto”.
“Il programma studenti-atleti risponde con una soluzione concreta a un problema che ci veniva segnalato soprattutto dalle famiglie che vedono i ragazzi partire giovani e si sentono lasciate sole nella loro formazione – ha dichiarato la Responsabile del Dipartimento Strategia e Responsabilità Sociale del CONI, Teresa Zompetti – Inoltre attraverso questo progetto riusciamo a lanciare un segnale culturale chiaro. Al sistema scuola si trasferisce il messaggio che lo studente-atleta è un asset perché acquisisce delle competenze che possono essere utili al mondo del lavoro mentre al mondo sportivo questo progetto fa capire che non ci si deve solo occupare dei risultati”. “Far convivere sport e studio sembrava fino a poco tempo fa impresa impossibile – ha dichiarato il vice presidente del Comitato Italiano Paralimpico (CIP), Marco Borzacchini – un binomio inconciliabile che presupponeva una scelta alla base esclusiva in favore di una delle due attività. E invece iniziative come questa del MIUR rappresentano un’opportunità per quanti amano lo sport facendone una ragione di vita ma, allo stesso tempo, si rendono conto di quanto fondamentale sia continuare il loro percorso di studi”.
Al via il progetto ‘Scuole aperte allo sport’
Non ci sono solo gli agonisti. Tutti gli studenti hanno il diritto di praticare sport. È in questa ottica che è partito il progetto ‘Scuole aperte allo sport’, dedicato agli studenti della scuola secondaria di primo grado e presentato dalla ministra Valeria Fedeli e dal presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Malagò. Le scuole coinvolte in questo progetto, con la collaborazione di tecnici delle Federazioni Sportive Nazionali, potranno offrire agli studenti un pacchetto di attività sportive, da svolgere sia in orario scolastico che in quello extrascolastico, con l’obiettivo di favorire la pratica sportiva e di diffondere i valori educativi dello sport, anche in relazione al contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo.
Saranno 100 le scuole coinvolte su tutto il territorio nazionale, con 1.500 classi e circa 30.000 ragazzi partecipanti. Le attività comprenderanno un percorso sportivo di tre sport (uno per settimana) individuati nell’atletica leggera, nella ginnastica e in un terzo sport o di squadra o con attrezzi) da svolgere durante l’orario scolastico; pomeriggi in cui saranno realizzati corsi gratuiti e un percorso supportato da materiali, momenti di riflessione in classe e possibilità di realizzare elaborati per fornire valori e conoscenze agli studenti con l’obiettivo di contrastare bullismo e cyberbullismo. Agli istituti partecipanti verranno fornite attrezzature sportive di base necessarie per praticare i tre sport. Il kit verrà lasciato in dotazione alle scuole partecipanti per consentire agli insegnanti di educazione fisica la prosecuzione dell’attività, anche a conclusione del percorso.
I campioni dello sport come ‘ambasciatori’ e Rai ragazzi per diffondere l’iniziativa
Il progetto prevede, inoltre, il coinvolgimento attivo di un gruppo di Young Ambassador (composto da 3 o 4 ragazzi delle classi terze delle scuole coinvolte), che seguiranno i compagni nelle varie fasi del progetto, fungeranno da raccordo con gli insegnanti e si occuperanno della partecipazione al contest e della realizzazione della festa finale del progetto a scuola. Accanto a loro, ci saranno anche gli Ambassador del progetto, campioni sportivi segnalati da ciascuna Federazione Sportiva Nazionale, per il loro coinvolgimento negli eventi sul territorio e per la diffusione del proprio sport e dei valori educativi a esso connessi. A supportare l’iniziativa con la comunicazione ci sarà anche Rai Ragazzi, che si è resa disponibile con il suo Canale Rai Gulp per la promozione della pratica sportiva fra i giovani sia in tv che sul web.
I criteri di scelta
Il progetto, per questo primo anno di sperimentazione, interesserà un istituto scolastico per provincia, che sarà individuato dagli Organismi Regionali dello Sport a Scuola, composti da rappresentanti del MIUR, del CONI e del Comitato Italiano Paralimpico (CIP), in base a criteri ben precisi, che terranno conto anche delle eventuali aree di disagio socio economico, della presenza di strutture adeguate all’interno del plesso scolastico e della disponibilità a ospitare l’attività sportiva proposta in orario curriculare ed extracurriculare.