“L’Unione Europea è una delle comunità più ricche e prospere del mondo, ha un obbligo morale e politico di ridurre le enormi quantità di cibo sprecato ogni anno”. Il Parlamento europeo si pone come obiettivo una riduzione del 50% degli sprechi entro il 2030
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Ogni anno 88 milioni di tonnellate di cibo gettato. Dall’Europa un piano contro gli sprechi
Basta sprechi alimentari: a dirlo a gran voce è il Parlamento europeo, che sta discutendo alcune misure per la riduzione di cibo buttato da parte dei cittadini degli Stati membri. Un rapporto dell’europarlamentare Biljana Borzan stabilisce come obiettivo una riduzione degli sprechi alimentari del 50% entro il 2030. Allo stesso tempo, l’UE ha strutturato un’infografica per illustrare il problema dei rifiuti alimentari.
Dati alla mano, si evince che circa un terzo di tutti gli alimenti prodotti per il consumo umano viene sprecato ogni anno, circa 1,3 miliardi di tonnellate. Solo nell’Unione Europea si calcola che 88 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecati ogni anno, pari a 173 Kg a persona.
Ci sono diverse tipologie di spreco, dalla produzione agricola ai consumi delle famiglie, e sempre secondo lo stesso studio il problema riguarda circa il 53% delle famiglie europee. Il 19% degli sprechi avviene nella fase della trasformazione alimentare, il 12% in quella dei servizi e della ristorazione, l’11% nella produzione primaria e il 5% nella vendita al dettaglio o all’ingrosso. I consumatori sono spesso inconsapevoli del problema e delle sue cause.
Secondo un sondaggio di Eurobarometer, la data di scadenza sui prodotti alimentari è spesso ignorata, anche se quasi 6 europei su 10 dicono di controllare sempre le etichette dei prodotti alimentari. Gli eurodeputati stanno discutendo anche su come migliorare le etichette, come parte della prevenzione per ridurre i rifiuti, e stanno vagliando delle soluzioni per porre fine alla confusione tra diciture apparentemente simili come “da consumarsi preferibilmente entro” e “da consumarsi entro”.
Oltre ad essere un danno etico, lo spreco di risorse contribuisce anche ai cambiamenti climatici e i risultati si traducono in perdite di acqua, di energia e inquinamento del suolo. Secondo l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), lo spreco alimentare è la causa di circa l’8% di tutte le emissioni di gas serra globali causati dagli esseri umani. Per ogni chilo di cibo prodotto, 4,5 kg di CO2 vengono rilasciati nell’atmosfera. Inoltre, afferma che circa 793 milioni di persone nel mondo soffrono di malnutrizione. Secondo Eurostat, 55 milioni di persone (9,6% della popolazione dell’UE), non sono in grado di permettersi un pasto di qualità ogni due giorni (dati del 2014).
Il rapporto sullo spreco alimentare comprende anche diverse proposte per ridurre la problematica, ad esempio facilitando donazioni di cibo. Invita inoltre la Commissione europea a proporre una modifica della direttiva sull’ IVA corrente e di autorizzare esplicitamente esenzioni fiscali per donazioni di cibo.
“L’Unione Europea è una delle comunità più ricche e prospere del mondo, ha un obbligo morale e politico di ridurre le enormi quantità di cibo sprecato ogni anno” ha detto Borzan.
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