Dopo aver perso la partita sui social, la sfida per il prossimo anno è quella della messaggistica aziendale, asset su cui Google può e deve puntare (anche perché Microsoft e Facebook sono già molto più avanti)
Google potrebbe fare presto un nuovo acquisto top: secondo alcuni analisti Big G sarebbe tentato ad acquistare Slack, la piattaforma di messaggistica per aziende (4 miliardi di valore, con 1,25 milioni di utenti a pagamento) di Stewart Butterfield (il fondatore di Flickr). Per il motore di ricerca guidato da Sundar Pichai, si tratterebbe dell’occasione per entrare in un business che lo vede indietro rispetto ai competitor, con Facebook che ha appena lanciato WorkPlace e Microsoft che fa la voce grossa con il suo Teams.
Il futuro della messaggistica è nel lavoro
App e piattaforme web che aiutano dipendenti, manager e freelance a collaborare su progetti comuni. La “messaggistica aziendale” è un ramo che potrebbe avere grandi sviluppi nel prossimo anno, secondo Gartner e Forrest Research. Il primo a lanciarsi nel business con forza è stata la startup Slack, nata per puro caso. Butterfield nel 2008 sta provando a sviluppare un gioco chiamato Glitch, 17 milioni di dollari di investimento per un flop clamoroso. Ma non tutto è andato perduto. Per far collaborare un team sparpagliato nel mondo sul progetto, lui e il team sviluppano una piattaforma per comunicare a distanza, senza intasare l’email (Slack è chiamata proprio “l’app ammazza email”).
Quanto vale Slack
Dal 2008 molte cose sono cambiate, Slack è cresciuto a dismisura (secondo Fortune, la startup ha un valore di circa 4 miliardi), mentre tutti i big hanno iniziato a guardare con interesse alla nicchia su cui Slack aveva fatto luce. Prima Facebook, prima con il lancio di Workplace e della chat successiva Work Chat. E poi ancora Microsoft che ha lanciato Teams. E Google? Ha rilanciato il suo portfolio di app per il business, come G Suite. Ma è sufficiente?
Gli analisti di Gartner e Forrest Research, in un articolo ripreso di CIO, pensano proprio di no e spiegano che G Suite, oggi è molto lontana dall’efficienza delle app dei suoi competitor. “Manca degli elementi che portano il successo ad app in questo campo, servizi personalizzati e facilita d’uso”, spiegano le due società di analisi e consulenza.
Perché Google vorrebbe comprare Slack
Ma Google potrebbe rilanciarsi alla grande nel business con un’exit, o almeno è quello che suggeriscono le due società di consulenza. L’integrazione Google + Slack sarebbe auspicabile per portare il motore di ricerca a conquistare rapidamente questa fetta di mercato: oggi Slack può già contare su più di 4 milioni di utenti giornalieri, di cui 1.25 milioni sono quelli a pagamento. L’azienda offre anche 600 app che si integrano con il sistema.
D’altronde la collaborazione tra Google e Slack è già partita e l’acquisizione sarebbe la ciliegina sulla torta. Google ha costruito un Drive Bot che consente a chi usa Slack di poter modificare i file in Google Docs, senza essere costretto ad aprire il programma. Un’altra funzione consente di guardare cosa c’è all’interno del file, senza aprire altre finestre.
Insieme, le due aziende potrebbero creare un modello vincente, unendo la personalizzazione e la user experience garantita da Slack con i tool di analisi di Google, e tutto andrebbe a vantaggio della produttività.
A volte ritornano, Microsoft
Con lo scudo protettivo di Google anche Slack potrebbe dormire sonni più tranquilli. L’entrata in scena di Microsoft pare non abbia spaventato molto Butterfield che ha reagito con ironia, comprando un’intera pagina del New York Times per salutare i nuovi competitor sul mercato. Ma al di là della tranquillità di facciata i timori che Microsoft rubi terreno in poco tempo sono tanti. L’azienda di Redmond può offrire, per esempio, maggiori garanzie sulla sicurezza e puntare ad attirare le big company.
Se così fosse, sarebbe proprio uno scherzo del destino. Microsoft aveva provato ad acquistare proprio Slack per 8 milioni di dollari. Affare saltato per volontà di Bill Gates, che ha preferito destinare quei soldi per migliorare i prodotti di casa come Skype.