La scuola che l’architetto sta progettando in Florida è intesa come un “giardino d’apprendimento” dove i bambini sono stimolati a scoprire il loro rapporto con la natura
Dite addio alla scuola così come l’abbiamo sempre conosciuta. Nel complesso The Greene School a West Palm Beach, in Florida, Carlo Ratti ha unito natura e tecnologia per creare un luogo di apprendimento innovativo, un learning garden, come quello creato con Renzo Piano nel comune di Cavezzo. L’ambiente diventa il primo veicolo di insegnamento, dove l’esperienza coadiuvata dall’ecologia diventa “porosa”, penetrando così le menti dei giovani studenti. «La scuola del futuro sarà aperta», spiega Ratti «aperta alle idee, aperta alla diversità e aperta alla natura».
Da Reggio alla Florida
«Quando Mei e Jeff Greene (fondatori e finanziatori del progetto) ci hanno chiesto di lavorare su questo progetto, ne siamo stati entusiasti», spiega Carlo Ratti. «Quello dell’educazione è un tema che ci interessa molto. In passato abbiamo collaborato con Reggio Children, uno dei più importanti centri di ricerca sul tema del rapporto tra architettura e didattica. Insieme a Renzo Piano inoltre abbiamo sviluppato il progetto Learning Garden, per la ricostruzione di un polo scolastico nel comune di Cavezzo, uno dei centri più colpiti dal terremoto del 2012 in Emilia. Qui, abbiamo cercato di rispondere alle fratture create dal sisma con un’architettura leggera e naturale, creando un giardino coperto in cui sorgono oggi laboratori, spazi condivisi, palestre».
Il legame tra uomo e natura
Il principio che ha ispirato Ratti nel progetto è semplice: «Nella Greene School non ci sono fratture da ricomporre, ma giovani studenti da incuriosire e stimolare». Per compiere questa missione il team che lavora con il creatore di The Mile si è ispirato ai principi della Biofilia, un’ipotesi scientifica proposta da Edward Wilson, luminare di Harvard. «Per Wilson c’è un legame istintivo tra gli uomini e la natura, un’empatia vitale. Una fascinazione che favorisce l’attenzione e attiva le energie», ed è questo che Ratti ha inseguito disegnando le linee delle The Greene School.
La piazza, il giardino e le fiabe
La scuola si articola attorno a due spazi comuni: una piazza e un giardino. «La piazza è un elemento urbano tipicamente italiano e oggi può diventare molto importante», spiega Ratti «Viviamo sempre di più nella dimensione digitale dei nostri smartphone, e quindi abbiamo bisogno di luoghi in cui incontrarci nello spazio fisico». Nell’idea di Ratti The Greene School sarà uno spazio molto importante, in cui far crescere una comunità di studenti. Le aule si affacciano sulla grande area verde adiacente all’edificio: questo crea una specie di osmosi tra l’interno e l’esterno. «Qui ci saranno orti didattici, fablab, campi da tennis e calcio». Per la biblioteca scolastica, Ratti ha pensato a una struttura fiabesca: una casetta nel bosco in cui accogliere i piccoli protagonisti della Greene School. Nel progetto sembra che l’elemento fiabesco potrebbe aiutare anche a superare alcuni limiti dell’apprendimento tradizionale. «Il linguaggio delle favole favorisce l’apprendimento diretto dal mondo e dal grande Libro della Natura» sostiene Ratti. L’ambiente poroso, inoltre, aiuterà a far emergere nei ragazzi un’attenzione e una curiosità spontanee. «Per questo i principi della biofilia, negli ultimi anni, sono spesso stati utilizzati nel design degli ambienti di lavoro o in quei luoghi che devono rigenerare chi li abita, come gli ospedali. In questo caso, gli elementi naturali serviranno a incitare la curiosità dei ragazzi e facilitare la concentrazione, senza forzature» dichiara l’architetto.
Spazio anche per i robot
Nonostante l’importanza data al fattore umano e all’importanza del contatto con la natura, nella Greene School ci sono anche dei robot. «Si pensa spesso che tecnologia e natura siano universi contrastanti» riflette Ratti. «In realtà si può fare un uso molto naturale della tecnologia. In questo caso abbiamo scelto di inserire dei robot nell’allestimento dello spazio scolastico per stimolare la creatività e l’intelligenza dei bambini. I robot reinventano un oggetto chiave degli ambienti didattici – la lavagna – consentendo nuove modalità di scrittura e disegno. Quello che vogliamo stimolare è un processo di co-creazione, in cui tutti possano esprimersi liberamente, in uno spazio comune».