Ben Popper, giornalista di The Verge, lo ha testato al CES di Las Vegas: «È il classico gadget di cui nessuno ha bisogno ma che tutti vorrebbero provare». Per chi, invece, ha paura degli effetti nocivi sono disponibili alternative composte da aromi naturali tipo erbe medicinali, foglie di tè o caffè.
Si chiama Jupiter ed è una delle novità più curiose arrivate dal CES di Las Vegas. Si tratta del primo smartphone che permette a chi lo possiede di fumare come se avesse tra le mani una sigaretta elettronica. Ben Popper, giornalista di The Verge, lo ha provato: «È il classico gadget di cui nessuno ha bisogno ma che tutti, almeno una volta, vorrebbero provare».
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Le caratteristiche di Jupiter
L’azienda che lo ha prodotto, Vaporcade, si è avvalsa della collaborazione di Herbert A. Gilbert, il padre delle sigarette elettroniche (il suo brevetto risale al 1965). Insieme hanno sviluppato un device che sembra uno smartphone classico ma che è dotato, esternamente, di una sigaretta elettronica atomizzante che si aggancia attraverso un meccanismo a incastro.
È uno smartphone che utilizza il sistema android ed è composto da due batterie: una alimenta il telefono, l’altra la sigaretta. Complessivamente ha una durata condivisa di circa 16 ore. La dimensione dello schermo è pari a 5.3 pollici e per ora sono previsti due modelli: un 3G da 299 dollari e un 4G da 499 dollari. Il giudizio di Ben? Semplice:
Practical? No!
Swaggy? For Sure!
Fumare aromi naturali, tè e caffè
Il piccolo serbatoio (5.8 ml) è compatibile con i liquidi che sono già disponibili per le varie tipologie di sigarette elettroniche. Per chi non vuole correre rischi e inalare qualcosa di nocivo per la salute, gli studi a riguardo sono ancora alquanto contraddittori, saranno disponibili alternative composte da aromi naturali tipo erbe medicinali, foglie di tè o caffè. Ogni cartuccia costa circa 15 dollari e permette circa 800 “sbuffi”.
Per chi invece vuole solo limitare il consumo di e-cig è stato reso disponibile un allarme che entra in funzione non appena viene superato il limite precedentemente impostato. Ma non solo: l’applicazione dedicata è in grado di tracciare dati riguardo a utilizzo e consumi.
Si tratta di una novità che deve ancora essere affinata ma che, almeno, ha dato una risposta concreta ai dubbi che lo stesso The Verge aveva lanciato a novembre: Jupiter non è solo una trovata di marketing, esiste. Ora bisognerà capire se saprà conquistare anche il mercato o se rimarrà una semplice e sporadica curiosità.
Alessandro Frau
@ilmercurio85