Nello storico Eastern Market di Detroit è nato un incubatore no profit per le startup dedicate al cibo: si chiama Detroit Kitchen Connect
Il cielo plumbeo sull’economia di Detroit inizia a schiarirsi. Già durante il 2013, anno in cui la capitale dell’industria mondiale dell’automobile dichiarò bancarotta, nel cuore dell’Eastern Market iniziava a muovere i primi passi il Detroit Kitchen Connect, un incubatore no profit che ha riunito attorno a sé più di 20 progetti dedicato al cibo artigianale.
Guacamole a km 0
Uno di questi è Aunt Nee, la startup di Patrick Schwager, uno che di se stesso dice di esser stato a lungo “a pizza guy”, uno da pizza. Come racconta Michael Snyder su Eater, Schwager non ha fatto altro che riprendere un antico hobby di famiglia, quello del preparare salse e guacamole da vendere a chi cerca un prodotto genuino e a km zero. I genitori di Schwager erano due persone con un lavoro solido: solo, amavano frequentare i mercatini degli agricoltori durante il weekend per vendere i propri manicaretti. Con l’inizio della crisi, nel 2008, mentre Schwarger (a quell’epoca 21enne) era al college, i suoi genitori persero il lavoro e vendere quante più salse possibile diventò l’unico modo per tirare avanti. Il “buy local” in quel periodo iniziò a fiorire in tutto il Midwest.
Ma Aunt Nee non esisterebbe senza Carlos Parisi. Spalla e socio di Patrick Schwager, Parisi è un venditore nato. Incontra Schwager a 19 anni, tornando in Michigan dopo un anno a Las Vegas, passato a vendere sistemi di sicurezza porta a porta. I due sono diventati amici e Schwager gli ha chiesto supporto per il suo “reparto vendite”. Parisi, felice di rimettersi in affari, ha accettato entusiasta. Aunt Nee è stato uno dei primi produttori a trasferirsi nell’Eastern Market, a utilizzare le cucine del Detroit Kitchen Connect. Ora è un’impresa che cammina sulle sue gambe.
Cos’è il Detroit Kitchen Connect
L’incubatore nasce nel 2012, creato da Eastern Market Corporation, un’azienda privata operante dal 2006. La mission di questa Corporation era aiutare l’amministrazione a gestire il mercato ultracentenario. Ciò che è nato qui è un brulicare di startup di cibo artigianale, attivissime cucine animate da cuochi e arzilli venditori (come Parisi). Niente male per una delle città più depresse d’America (ritratte da Jennifer Garza-Cuen).
La nuova vita dell’Eastern Market
Nel 19esimo secolo l’Eastern Market era esso stesso un incubatore ante litteram. Infatti funzionava come punto d’incontro fra agricoltori e macellai provenienti da tutto il Michigan. Con lo svuotamento della città, nella seconda metà del 20esimo secolo molte aziende agricole chiusero: vendere la terra era diventato molto più redditizio che coltivarla. I macellai si trasferirono in periferia. Ma c’è chi decise di andare controcorrente. Negli anni ’70, Aref Saad, macellaio halal, trasferì la sua bottega proprio all’Eastern Market. Tutti gli diedero del pazzo. Oggi ogni sabato più di 80.000 persone transitano per in questo mercato, per comprare le merci di circa 200 venditori tra agricoltori e contadini urbani, oltre ai 40 startupper che promuovono e vendono il loro cibo già pronto.
Una legge per le startup
Il Michigan ha messo anche a punto una legge dedicata a loro, la Cottage Food Law, che permette a questi produttori di cibo già pronto di vendere i propri manicaretti fino ai 20 mila dollari di ricavo annui. Persone come Schwazer hanno potuto così monetizzare i propri hobby. “Il 75% della nostra gente è laureata”, spiega Anika Grose, coordinatrice del Detroit Kitchen Connect. “Sono le persone che hanno perso il proprio lavoro o hanno scelto di lasciarlo per costruire un business sulla propria passione”, proprio come ha fatto Starlett Simmons.
Le torte che piacciono ad Aretha Franklin
Simmons ha creato Five Star Cakes nel 2009, mentre ancora lavorava come property management supervisor alla Wayne State University. Un lavoro ben pagato che detestava. Quando l’odio è arrivato al livello massimo (“Non avevo mai pensato di mettermi in proprio. Non ci ho pensato fino a che non ho iniziato a odiare a morte l’idea di andare al lavoro ogni giorno”), ha preso la palla – anzi, la legge – al balzo e ha iniziato a vendere le sue torte già in ufficio. Nel 2012 aveva così tanto seguito da poter dar vita al suo business in modo indipendente. Grazie al Kitchen Connect team, Simmons ha avviato la sua impresa e ha conquistato nuovi clienti tra cui una certa Aretha Franklin.
I molti volti del mercato
La Five Star Cakes ha un suo spazio all’Eastern Market. Però, come sostiene Grose, “vogliamo che abbiano un grande successo e poi vogliamo che escano”. Del resto, è a questo che servono gli incubatori, a costruire all’impresa le gambe necessarie per camminare da soli. Ma non tutti i potenziali imprenditori possono permettersi di entrare a far parte del programma di Kitchen Connect. Spesso non hanno i 1.000 dollari necessari per accedere all’iniziativa (necessari per le licenze). La maggior parte di coloro che aderiscono sono donne, mentre gli immigrati con un basso reddito preferiscono avviare la propria attività nella comunità, facendosi sostenere da organizzazioni che però sono disgregate e poco attive.
Nonostante ci sia un fiorire di incubatori per food startup in tutto il Michigan (secondo uno studio dell’American Communities Trust, ci sono oltre 200 programmi simili al Detroit Kitchen Connect in tutto il Paese), le imprese vogliono venire qui, all’Eastern Market. Forse è scritto nel DNA di questa città, come sottolinea Parisi. Detroit è una città costruita sull’immigrazione: polacchi, greci, libanesi. E tutti hanno iniziato cucinando.