Sticker Mule ha deciso di puntare al mercato europeo. E lo farà grazie all’ italiana Unixstickers. Una chat notturna sul loro sito è stata la probabile svolta alla loro startup.
Un contatto casuale. In livechat sul sito di Unixstickers, startup italiana che si occupa di stampe di adesivi, magliette e, immancabili, i mug (tazze). A rispondere alle domande degli utenti, a notte fonda, uno dei cofounder. Stefano Di Luca, 29 anni. Dall’altra parte un utente insistente fa domande in inglese. Chiede dettagli sul servizio, sugli ordini, sulla tecnologia usata. Scrive da New York ed è il ceo di Sticker Mule, Anthony Thomas. Sticker Mule è forse il tool più usato dalle piccole aziende americane, startup comprese, per stampare adesivi con i loghi dei più diversi. Se ne avete uno attaccatodi qualche startup della Silicon Valley sulla mela del vostro Mac, probabile l’abbia fatto il centro di produzione di New York di Sticker Mule. «Thomas è rimasto colpito dalla funzionalità del sito, ha fatto delle domande, poi la proposta: mi aiutereste a conquistare il mercato europeo?». Di Luca quasi non ci crede. Ci pensa con il suo amico Andrea Giannangelo, 25 anni, founder di un’altra startup che StartupItalia! ha inserito nella top 100 del 2015. Iubenda. «E’ successo tutto in poche settimane. Il 5 maggio c’è stato il lancio ufficiale del servizio. Ebbene si, aiuteremo Thomas a entrare nel mercato europeo. E questo ci aiuterà a crescere e magari portare una sede di produzione qui. In Italia». Ma molto dipende come andrà il lancio. E dai numeri che Unixstickers riuscirà a portare.
Una startup che si occupa di adesivi. Iniziamo col dire doc’è l’innovazione?
(Di Luca) L’innovazione sta nel fatto che il nostro servizio permette di poter rendere adesivo qualsiasi immagine in qualsiasi formato, basta che il file abbia buone dimensione. Ci inviano un’immagine e diventa un adesivo. E’ anche la facilità del servizio che ha convinto Anthony a fidarsi di noi.
Raccontaci le origini
Anno 2013. Volevo che ai classici adesivi di Microsoft con processore e dati tecnici di un portatile si potessero sostituire altri adesivi, magari gli stessi ma targati Linux. Va avanti così, per gioco per un paio di anni. Poi i giochi cominciano a farsi seri.
E che succede?
Aumentano gli ordini. Cominciamo a ragionare da azienda grazie anche all’intervento di Andrea Giannangelo che diventa il cofounder di Unixdstickers.
E poi la chat con Thomas. Come l’avete convinto?
(Giannangelo) Lui mi aveva detto che aveva intenzione di espandersi internazionalmente partendo da europa, e dall’Italia perché ha capito che potevamo aiutarlo. All’inizio era un po’ in dubbio se cominciare dall’Italia, ma l’ho convinto che i numeri c’erano tutti. E’ rimasto sorpreso. Forse non se lo aspettava. Ha capito chi eravamo, che eravamo competenti e solidi, e si è convinto della nostra strategia per il lancio. In fondo noi con Unixstickers gestivamo già un commerce internazionale per adesivi era comodo.
(Di Luca) Gli abbiamo proposto un piano solido su quello che avremmo fatto. Siamo stati credibili nel proporgli un piano replicabile nei vari paesi europei. In particolari sapeva che non ci sarebbe stata solo la parte di web marketing, ma assistenza, traduzione. Che insomma avremmo potuto fare tutto. E Sticker Mule avrebbe potuto fare leva su un team completo già in grado di gestire e organizzare il lavoro. (Giannangelo) Il fatto di partire dall’italia, diciamolo, è solo perché ci siamo noi.
Avete già pensato una data per l’exit?
(Di Luca, ride) No per ora non ci sarà, ma non è escluso. Noi abbiamo un market place. Loro pure. Noi andiamo per gradi, l’idea è che piano piano possiamo avvicinarci e quindi diventare una realtà unica. Se siamo bravi pensiamo che non è escluso nemmeno creare un polo di produzione. Ora a Nee York Lavorano a Sticker Mule 50 persone che fanno la produzione di adesivi e ne stampano milioni ogni anno. Gli mandi logo e grafica e te lo inviano. Di mezzo ci sono i viaggi, le comunicazioni transoceaniche, i costi di spedizione. E’ per questo che pensiamo che un polo di produzione in Europa non sia da escludere. I costi in Italia non sono alti, e potrebbe essere un modo per creare lavoro qui.