Doro, Coro e Oro. Questi sono i tre robot, immortalati dal Guardian, che la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, insieme con l’INRCA, sta sviluppando con il progetto europeo Robot-Era. L’obiettivo è quello di sperimentare servizi per gli anziani e garantire loro più autonomia.
Doro, Coro e Oro. Questi sono i nomi dei tre robot che l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, insieme con l’INRCA, Istituto nazionale di ricerca e cura per anziani, sta sviluppando nell’ambito del progetto dell’Unione Europea Robot-Era. Si tratta di tre aiutanti, immortalati e celebrati anche dal Guardian, che avranno un ruolo di primo piano nella sfida che l’intero Continente dovrà affrontare nei prossimi decenni: l’invecchiamento di una fetta considerevole della sua popolazione e il suo conseguente bisogno di assistenza. Anche robotica.
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Cosa sono in grado di fare questi robot
I prototipi sono stati costruiti per portare a termine tre tipologie di compiti diversi ma complementari fra loro. Ed è proprio dalle attività che devono assolvere, dalla spesa online alla sorveglianza e all’accompagnamento, che deriva il loro specifico nome: Domestic Robot; Condominium Robot; Outdoor Robot.
Il progetto ha l’obiettivo di sperimentare servizi innovativi in ambienti ristretti, come quelli familiari, o più ampi, come condomini e quartieri.
1) DORO
Si occupa di mansioni domestiche e quotidiane: registra e ricorda la scadenza delle bollette, l’assunzione di determinati medicinali e supporta terapie specifiche; acquista beni di prima necessità come provviste e oggetti per l’igiene; mette in comunicazione l’anziano con la famiglia. È costituito da una piattaforma e un braccio mobili e occhi dotati di led e telecamere. In più è dotato di un vassoio su cui possono essere poggiati oggetti che devono essere trasportati da un ambiente all’altro.
2) CORO
Il suo compito principale è quello di sorvegliare e monitorare ambienti di una certa grandezza. È pensato soprattutto per piccole comunità, case di riposo e condomini. Al posto del braccio possiede un meccanismo a rulli che serve, anche in questo caso, per spostare oggetti, soprattutto quelli di notevoli dimensioni.
3) ORO
Simili a i precedenti è però costruito e programmato per muoversi in ambienti esterni. Il suo compito principale è quello di supervisionare e accompagnare le persone anziane in brevi passeggiate. Ma è in grado anche di compiere tragitti specifici per andare a ritirare ciò che serve (spesa, pacchi, abiti) e compiere azioni come gettare l’immondezza. La sua struttura è un po’ più complessa: prevede una piattaforma mobile a 6 ruote e un alloggiamento a scomparsa con rulli.
4 nazioni coinvolte in un’eccellenza italiana
Il progetto, partito nel 2012, ha coinvolto un gruppo di ricercatori provenienti da 4 paesi diversi: Germania, Svezia, Inghilterra e Italia. Fondamentale è stato l’apporto di due aziende, spin-off della scuola pisana, RoboTech e TechnoDeal, entrambe attive nel Comune di Peccioli.
Nel corso del progetto è stato fondamentale il ruolo attivo dell’Associazione Neurocare di Pisa con cui è partito il processo di sperimentazione: dall’ascolto delle necessità preponderanti degli anziani alle intere giornate passate insieme ai tre assistenti artificiali. E dalle immagini pubblicate sul Guardian si può capire quanto questi ultimi siano riusciti a fare breccia nel cuore dei loro assistiti, circa 50 anziani resistenti della DomoCasa, nel piccolo comune toscano.
Un successo sottolineato recentemente anche dal responsabile del progetto, Filippo Cavallo: «Abbiamo cercato di dimostrare non solo la fattibilità tecnica e scientifica, ma anche affrontare gli aspetti legali, etici, sociali ed economici che possono portare a un concreto sviluppo di un mercato della robotica di servizio, settore in cui la ricerca italiana si pone come leader e che è in grado di coordinare gruppi internazionali».
I prossimi test: da Ancona a Orebro
Questi ultimi mesi del 2015, e la prima parte del prossimo anno, sono decisivi per capire le effettive potenzialità di questi tre robot. DORO, ad esempio, in questo mese di dicembre, è stato portato nella “Casa Amica” del presidio ospedaliero di Ancona, una sorta di “smart home” scelta per testare l’accettabilità di questa tecnologia. Qui alcuni anziani volontari verranno assistiti sia dall’assistente artificiale che da un infermiere.
ORO e CORO, invece, trascorreranno del tempo all’interno della Residenza per Anziani “San Lorenzo” di Firenze e presso una struttura simile ad Orebro, in Svezia. Qui si occuperanno di servizi come la consegna della posta e della biancheria, il trasporto di alimenti e la cura della comunicazione con le famiglie. In totale, in quest’ultima fase di test, verranno coinvolti più di 160 anziani: un esperimento che ha pochi eguali e che darà risposte importanti per il futuro di questa tecnologia assistenziale.
Alessandro Frau