Diventerà la piscina multilivello più profonda del mondo (50 m). Un luogo adatto ad addestrare astronauti e professionisti dell’immersione, ma anche per testare nuove tecnologie per salvare mari e oceani.
Prepararsi alle profondità degli abissi e all’immensità dell’universo. In unico, incredibile, luogo. Questa è la missione del progetto inglese Blue Abyss, in collaborazione con University of Essex. Un progetto assai ambizioso: costruire la piscina più profonda del mondo dedicata non solo alle immersioni ma anche all’addestramento degli astronauti.
I numeri di Blue Abyss (un primato italiano in bilico)
Blue Abyss sta costruendo una piscina che, nel suo punto di massima profondità, raggiungerà i 50 metri. Sarà costituita da più livelli, avrà un centro interno per l’analisi dei dati e alcune piscine più ridotte per l’addestramento e la sperimentazione di nuove attrezzature per lo spazio e per l’oceano.
Accanto vi saranno delle camere iperbariche e locali dedicati alla microgravità. Altre zone, infine, saranno dedicate alla simulazione di piccoli naufragi e all’esplorazione (possibile) di grotte e insenature. Esperimenti che grazie ad un sistema di illuminazione moderno potranno essere portati avanti sia di giorno che di notte.
La struttura vuole, in poche parole, riprodurre gli ambienti più affascinanti e sconosciuti dei nostri mari. Un progetto che nel suo complesso non esiste in Europa, che supererà di gran lunga la piscina che viene usata della Nasa a Houston (appena 12 m) e che cancellerà numerosi record. Tra questi uno è italiano: la piscina di Montegrotto Terme che, con i suoi 42 metri, è attualmente la più profonda del pianeta.
Dare futuro a un luogo (e ai suoi giovani)
John Vickers, responsabile di Blue Abyss, ci tiene a ribadire la matrice inglese della sua idea: «Tutti gli ingredienti per fare la storia sono intorno a noi. Siamo vicini all’aeroporto di Stansted e non lontani da Harwick che rappresenta un’eccellenza industriale di settore. Un centro all’avanguardia con superbi campus e giovani scienziati tra i più preparati al mondo».
L’Università spera che la piscina possa diventare un punto di riferimento per astronauti e agenzie spaziali ma anche per professionisti delle immersioni. Vuole aiutare, cioè, tutte quelle persone che hanno il desiderio di portare l’umanità a tagliare nuovi traguardi o che vogliono migliorare la salute della Terra. Anche grazie a nuove tecnologie.
Un esempio è il pesce robot, controllato da remoto, sviluppato da alcuni ingegneri dell’Ateneo inglese. Un pesce che è in grado di percorrere grandi spazi costieri identificando le zone marine più inquinate. Sia dal petrolio che da altri agenti distruttivi. È stato testato, per ora, a Gijon in Spagna ed è uno degli esempi di innovazione che il centro sa portando avanti accanto al progetto della piscina.
Il supporto degli astronauti (e delle aziende)
L’ambizione di John e del suo team non arretra davanti a nulla: «La ricerca e lo sviluppo della struttura offre, insieme al centro di allenamento per astronauti, infinite possibilità: ad esempio, può diventare un punto di riferimento per quello che sarà in futuro il turismo spaziale, preparando le persone a vivere esperienze che, prima o poi, diventeranno qualcosa di abituale».
Tra i consulenti che hanno lavorato alla messa a punto dell’intero progetto c’è anche Walter Kuehnegger che vanta un curriculum stellare tra cui spunta il progetto Apollo e l’esplorazione lunare. Tim Peake, astronauta dell’agenzia spaziale europea, ha dato al progetto la sua approvazione: «Sono un fiero sostenitore del progetto Blue Abyss. Vedo queste strutture come un qualcosa che ancora non esiste in Europa e che può competere con le altre presenti nel mondo. Potenzialmente potrà fare anche molto meglio, aggiungendo un tassello importante per la preparazione di noi astronauti alle missioni che ci aspettano».
Attualmente alcune grandi aziende, dal profilo e dall’esperienza internazionale, hanno manifestato interesse per il progetto: «Quando saranno salite a bordo daremo l’annuncio» fanno sapere dall’Università che intanto ha lanciato una campagna crowdfunding. Tutte risorse che possono aiutare a realizzare un sogno che costerà circa 40 milioni di sterline.