Secondo il New York Times Israele avrebbe introdotto un massiccio programma per il riconoscimento facciale in tutta la Striscia di Gaza, con l’obiettivo di individuare i membri di Hamas. Il gruppo terroristico responsabile dell’attacco del 7 ottobre 2023 rimane l’obiettivo numero 1 del governo di Benjamin Netanyahu, che da mesi procede con attacchi massicci in quell’angolo di Medioriente, dove i morti tra i civili sono decine di migliaia.
La startup dietro al riconoscimento facciale a Gaza
Il riconoscimento facciale nella Striscia di Gaza fa parte di un piano che vedrebbe coinvolto l’esercito di Tel Aviv e una startup israeliana, Corsight. Quest’ultima dichiara di essere in grado di identificare un soggetto anche se meno del 50% del suo volto risulta visibile in foto o filmati. Per sostenere questi sforzi di ricerca le autorità fanno ricorso anche a database pubblici, come Google Photo.
Da mesi all’interno della Striscia di Gaza, l’esercito israeliano ha posizionato telecamere lungo le strade per individuare rappresentanti di Hamas e completare la lista delle persone responsabili della strage del 7 ottobre. C’è però un problema di affidabilità della tecnologia di Corsight.
I problemi dell’AI
Come si legge anche su The Verge, a metà novembre 2023 un palestinese è stato fermato a un checkpoint israeliano mentre stava cercando di fuggire: il sistema di Corsight lo ha indicato – sbagliando – come uno degli attentatori del 7 ottobre. Per questo è stato arrestato e torturato per giorni.
Scenari di questo tipo dimostrano quanto affidarsi all’AI comporti seri rischi. L’Unione Europea ha inserito nell’AI Act, da poco approvato, il divieto di utilizzare l’intelligenza artificiale per riconoscere e individuare le persone in spazi pubblici, a meno che non si tratti di casi estremi (come il terrorismo). Quanto sta accadendo però a Gaza lascia intendere che l’impiego della tecnologia avvenga a tappeto, colpendo anche i civili. Corsight è una startup israeliana fondata nel 2019 (ha raccolto 5 milioni di dollari) e collabora con autorità anche in altre parti del mondo, come a Bogotà, in Colombia.