Un ragazzino che indossa un cappello rosso, a caccia di mostriciattoli. Non siamo al cospetto di Pokémon, ma di Athenian Rhapsody, RPG in stile molto retro gaming evidentemente ispirato a una delle IP più famose degli ultimi decenni. Disponibile su tutte le console e per PC, il videogioco è sviluppato da Nico Papalia e mira a stuzzicare la curiosità di chi è sempre alla ricerca di creature da allevare e potenziare, per poi farle combattere.
Athenian Rhapsody, la recensione
Come sempre in simili casi, premettiamo che Athenian Rhapsody è stato sviluppato da una sola persona. Dunque limiti e difetti vanno tarati su questa condizione di partenza. Non si tratta di un’esperienza corposa: i titoli di coda arrivano nel giro di cinque ore, ma sono a nostro avviso sufficienti per un videogioco che avrebbe corso il rischio di risultare alla lunga troppo ripetitivo.
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Nel videogioco le scelte da compiere sono molte e l’invito che lo sviluppatore rivolge al gamer è proprio quello di costruirsi il proprio viaggio. I binari della storia non sono prestabiliti, dunque il senso di libertà si avverte. Una volta che inciamperemo in uno dei mostriciattoli saremo di fronte a un bivio: combattere o tentare la diplomazia per stringere amicizia con la creatura?
A differenza di Pokémon, Athenian Rhapsody ha preferito non impostare un combat system classico con scontri a turni. Ha invece inserito un più leggero menu di mini-giochi che andranno completati per vincere. Soluzione interessante, anche se non sempre queste situazioni risultano convincenti dal punto di vista ludico.
Da un punto di vista grafico Athenian Rhapsody è un prodotto dalla pixel art davvero colorata, impreziosita da dettagli che arricchiscono l’ambiente e il contesto di gioco. Anche i mostri – dagli sprite più o meno originali – risultano piacevoli da vedere. Senz’altro degni seguaci dei Pokémon.