Attendevamo con ansia The Star Named EOS, puzzle game di Silver Lining Studio, startup innovativa che poco più di due anni fa ci aveva regalato l’ottimo Behind the Frame. E questo perché del titolo precedente avevamo apprezzato lo stile grafico che non fa mistero di rimandare alle produzioni nipponiche dello Studio Ghibli strettamente connesso con la trama rilassante e gli enigmi riposanti. Tutte caratteristiche che ritroviamo intatte in The Star Named EOS.
The Star Named EOS, un album di ricordi
Anche The Star Named EOS, esattamente come Behind the Frame, propone uno stile semplicemente delizioso che sottolinea alla perfezione una sinossi molto più cupa e malinconica rispetto all’altro punta e clicca che abbiamo precedentemente apprezzato.
Ci ritroveremo infatti nei panni di un fotografo deciso a scoprire di più sul conto della madre, fotografa anch’essa, scomparsa in circostanze misteriose. E le fotografie saranno proprio al centro della maggior parte degli enigmi che ci separano dalla risoluzione del caso e dai titoli di coda. Si viaggia nel tempo senza DeLorean o cabine telefoniche opportunamente modificate: saranno infatti vecchie polaroid a farci rimbalzare da un’epoca all’altra del nostro alter ego virtuale.
La maggior parte dei rompicapo proposti dalla startup di Taiwan è piuttosto trista e ritrita, già vista in produzioni maggiori del calibro di Another Code Recollection, ma ne abbiamo apprezzato comunque lo stile e la resa grafica, oltre al fatto che qua e là spunta sempre qualche bel micio pasciuto, ormai firma dello studio di sviluppo.
Molto buono anche il comparto sonoro. Insomma, tecnicamente il titolo è solido. Non abbiamo per le mani un punta e clicca avvincente, ma si rivela senza dubbio un ottimo videogame rilassante, perfetto per essere goduto spaparanzati sotto l’ombrellone, tra un tuffo e una granita rinfrescanti.