Anche Telegram si allinea alle principali piattaforme del Web e si impegna a collaborare con le autorità che dovessero bussare alla sua porta per avere dati e informazioni su account sotto indagine.
Si tratta con ogni probabilità di una strategia aziendale che intende legarsi a doppio filo a quella processuale per la libertà del suo magnate, Pavel Durov, arrestato a Parigi e poi rilasciato dietro il pagamento di 5 milioni di euro di cauzione. Durov al momento è a piede libero ma non può lasciare la Francia e dovrà comunque affrontare il processo che lo vede alla sbarra con numerosi capi di imputazioni.
Le novità di Telegram
Nella speranza di ottenere un giudicato il più possibile favorevole, già dal 5 settembre l’azienda aveva iniziato a introdurre nuove regole per la moderazione. Ora, Telegram ha annunciato ulteriori misure per garantire che la piattaforma non venga utilizzata per fini illeciti.
«Per scoraggiare ulteriormente i criminali dall’abuso di Telegram Search, abbiamo aggiornato i nostri Termini di servizio e la nostra Informativa sulla privacy, assicurandoci che siano coerenti in tutto il mondo», si legge. Ma la vera novità, che nell’ecosistema online di Durov ha il sapore di rivoluzione copernicana, è un’altra: «Abbiamo chiarito che gli indirizzi IP e i numeri di telefono di coloro che violano le nostre regole possono essere divulgati alle autorità competenti in risposta a valide richieste legali».