Un’intera esistenza online custodita in 42mila pagine di conversazioni, battute, confidenze e scherzi all’interno del videogioco World of Warcraft. La vita straordinaria di Ibelin, documentario disponibile su Netflix con la regia di Benjamin Ree, racconta la vita di Mats Steen, ragazzo norvegese scomparso all’età di 25 anni a causa della distrofia muscolare di Duchenne. Fin da bambino ha fatto fatica a interagire con altri coetanei e da ragazzino molte esperienze comuni per i teenager gli erano precluse. Così ha iniziato a divertirsi con i videogiochi, passandoci ore e ore.
In questo documentario, che ha commosso il Sundance Film Festival, viene messa in scena la vita che ha passato trascorrendo un’esistenza parallela su Azeroth, il mondo di World of Warcraft, incontrando tantissimi altri avatar. Personaggi virtuali pilotati da persone che, come ha poi scoperto la famiglia, non lo hanno mai dimenticato.
Cos’è World of Warcraft
World of Warcraft è un gioco di ruolo online multiplayer, sviluppato da Blizzard Entertainment. Lanciato nel 2004, il titolo permette ai giocatori di creare personaggi virtuali e avventurarsi nel mondo fantastico di Azeroth. I gamer possono completare missioni, esplorare ambienti vasti, combattere mostri e interagire con altri avatar in tempo reale.
La straordinaria vita di Ibelin, perché vederlo
Mats sembrava non avere amici. Dopo la sua morte i genitori hanno deciso di accedere al suo blog per comunicare a chiunque lo avesse letto che loro figlio era purtroppo scomparso. E a quel punto è successo qualcosa di enorme. Mamma, papà, sorella non si sarebbero mai immaginati di ricevere così tante e-mail di cordoglio e vicinanza. Erano persone che si erano affezionate a Ibelin, il nome del personaggio con cui Mats affrontava le avventure in World of Warcraft.
Non vogliamo anticipare troppo del documentario. La produzione tocca tematiche emotivamente forti, eppure trasmette anche un grande senso di fratellanza e amicizia, quello che Mats era riuscito a ispirare nei suoi tantissimi amici virtuali, lui che non avrebbe mai potuto allontanarsi da casa. «Attraverso un avatar muscoloso di nome Ibelin – si legge sul sito del Sundance – Mats si è connesso profondamente con gli amici di tutto il mondo».
Le 42mila pagine a cui abbiamo fatto cenno raccolgono tutte le conversazioni e le azioni che il ragazzo ha effettuato in quasi dieci anni di gioco tramite il personaggio Ibelin. Non vi diremo che cosa sono riusciti a fare i professionisti e gli animatori che hanno lavorato al documentario. Vi diciamo soltanto che la pellicola ha ottenuto una standing ovation.