Il verdetto dei social era già chiaro nelle giornate precedenti alle consultazioni elettorali. Se si fosse votato solo sulle prestazioni online Donald Trump avrebbe già sbaragliato Kamala Harris. Pur avendo investito molto meno della candidata democratica sui social, ma postando almeno cinque volte tanto rispetto a lei. È quanto emerge dagli ultimi dati di DataMediaHub sulle conversazioni social che intercettano decine di milioni di citazioni per entrambi i candidati. Come evidenzia Pier Luca Santoro di dataMediaHub, tutti i parametri quantitativi hanno evidenziato la corsa favorevole di Trump: numero di citazioni, numero di soggetti coinvolti e portata potenziale.
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Anche a livello di singoli post l’engagement per quelli di Trump o comunque di sostegno a lui è migliore di quelli di Harris o a lei favorevoli. Nel dettaglio, con i dati aggiornati a lunedì 4 novembre, si tratta di 3,9 milioni utenti unici i cui contenuti hanno coinvolto con like e reaction oltre a commenti e condivisioni 1,1 miliardi di soggetti. Anche se si registra una prevalenza di sentiment negativo per entrambi.
I temi centrali di discussione sono relativi a politica sull’immigrazione, sicurezza delle frontiere e necessità di unità e bipartitismo nell’affrontare le sfide nazionali. Barack Obama critica l’egocentrismo di Donald Trump e la sua mancanza di interesse per gli altri. Vari utenti di X condividono il loro punto di vista su Trump. Harris sottolinea l’importanza di migliorare la vita delle persone e di rifiutare la divisione e l’odio.
Anche se naturalmente la maggior parte delle conversazioni avviene in America, l’interesse per le presidenziali statunitensi e i due candidati in corsa è planetario. È interessante notare come dopo gli USA, che pesano l’84.1% del totale delle conversazioni, i maggiori volumi provengano dall’Etiopia (7.5%). Un dato sospetto che potrebbe essere indicatore di azioni coordinate, come evidenzia l’analisi di Santoro.