«Questa decisione non ha alcun impatto sulla partecipazione azionaria di Volkswagen in Northvolt». La notizia è però rilevante per l’ex startup svedese delle batterie elettriche, nonché un tempo promessa dell’ecosistema europeo in un settore così strategico: il capo degli investimenti del gruppo automobilistico tedesco Sven Fuhrmann si è dimesso dal consiglio di amministrazione della società che a fine settembre ha annunciato il licenziamento di 1600 dipendenti.
Cosa sta succedendo a Northvolt
Come si legge su Sifted, Volkswagen è il principale azionista di Northvolt, di cui controlla il 21% delle quote. Nel 2021 ha siglato un accordo con l’ex startup di batterie elettriche per farsi consegnare batterie entro un decennio con una commessa da oltre 13 miliardi di euro. Ora che il colosso tedesco delle quattro ruote fa i conti con la crisi del mercato e la probabilità di licenziare e chiudere stabilimenti, la questione resta complessa.
Per il momento Northvolt non perde Volkswagen: si troverà una figura che andrà a sostituire Fuhrmann nel Cda. Intanto l’azienda svedese è alla ricerca di quasi 860 milioni di euro in vista del 2025, risorse necessarie per tenere in piedi il business: l’intenzione è di coinvolgere gli investitori attuali, senz’altro preoccupati di perdere ulteriori soldi.
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La crisi dell’automotive in Europa, dal gruppo Stellantis a Volkswagen, ha varie cause, una delle quali rappresentata dalla concorrenza cinese. Per controbilanciarla Bruxelles ha introdotto pochi giorni fa una serie di dazi alle quattro ruote di diversi brand asiatici. Le conseguenze di questa situazione hanno un impatto sull’intera filiera: nel 2024 Northvolt, per rimanere in argomento, si è vista sfumare un accordo da 2 miliardi di euro con BMW a seguito dei ritardi nelle consegne.