Un’aliquota che dal 26% dovrebbe salire al 42%: la norma contenuta nella bozza della manovra 2025 sulle plusvalenze da Bitcoin e cripto ha generato parecchie polemiche in Italia, soprattutto tra gli imprenditori e gli esperti del settore. In questi giorni si parla tuttavia degli emendamenti alla Legge di Bilancio per correggere anche la misura che penalizzerebbe non poco l’ecosistema in Italia, dove operano diverse startup.
Cosa prevede l’emendamento alla tassa su Bitcoin e cripto?
La proposta è quella di abbassare l’aliquota dal 42%, cifra proposta nella bozza della manovra, al 28%. Si tratterebbe comunque di un aumento di due punti percentuali rispetto al valore attuale. Il costo dell’operazione è di 16,7 milioni di euro. Come si legge su Adnkronos, nell’emendamento si propone l’istituzione di un tavolo permanente per incentivare l’educazione finanziaria dei cittadini in ambito critpo.
Sulla stampa si legge anche di un’ipotesi aliquota al 30%, ma bisognerà attendere il voto finale. Nei giorni scorsi si è parlato e scritto molto di Bitcoin, la criptovaluta più famosa. Nelle ore successive all’elezione di Donald Trump l’asset digitale ha infatti segnato nuovi record. Mentre scriviamo un Bitcoin vale oltre 83mila euro.