«Abbiamo una visione netta a riguardo: il metaverso non è Meta. Lo stesso nome penso che verrà cambiato. Il metaverso, anzi, i metaversi sono mondi virtuali in cui si possono fare esperienze la cui maggior parte è di gioco sociale. Si tratta di uno spazio molto frequentato». Eliano Lodesani, Founder & Board Member di Formules, ci ha parlato di un argomento senz’altro finito in secondo piano rispetto agli scorsi anni, soppiantato dall’hype dell’Intelligenza artificiale. Questo non significa che le aziende non continuino a puntarci, magari con investimenti ridimensionati.
Lodesani sarà tra gli speaker del panel proprio sul Metaverso, in programma all’Agorà del Futuro, il format realizzato in collaborazione con StartupItalia e inserito nell’agenda de Il Salone dei Pagamenti, in programma da mercoledì 27 novembre fino a venerdì 29 novembre all’Allianz Mico di Milano. Per iscriverti all’evento è disponibile qui il link.
Metaverso, che fine ha fatto?
Come per molte ondate tecnologiche, quella che riguarda il metaverso ha vissuto una fase iniziale di entusiasmo, hype e anche molto marketing. Allo stato attuale esperienze virtuali immersive che coinvolgano gli utenti restano all’attenzione delle aziende come ci ha spiegato Lodesani. «Per quanto riguarda l’educazione finanziaria, ad esempio, bisognerà ricorrere al gaming. Senz’altro l’AI ha coperto qualsiasi altro notizia dal punto di vista dei mondi digitali e si è spenta la visibilità sul metaverso. Ma ne è aumentato l’utilizzo in maniera significativa».
Quali sono questi metaversi a cui fa riferimento Lodesani? «Ci sono Fortnite, Roblox che ritengo quello più importante, il sudcoreano Zepeto, concentrato sugli avatar, e Minecraft». Videogiochi, piattaforme multiplayer popolati da milioni di persone, giovani e giovanissimi per lo più. «Riguardano un segmento molto preciso di popolazione: chi ha tra gli 8 e i 24 anni».
A cosa serviranno i metaversi
In Formules, società di consulenza e produzione attiva nei settori delle industrie culturali e creative, l’obiettivo è quello di affiancare le aziende per capire come e se ha senso per loro esplorare questi spazi. «Abbiamo sviluppato diversi esperienze di questo tipo, come il metaverso di Achille Lauro, quelli con Versace e Sisal. Costruiamo esperienze metaversiche partendo da una visione strategica sul perché l’azienda deve stare in questo spazio digitale».
In un contesto come quello del Salone dei Pagamenti, in cui si avrà modo di approfondire trend e tecnologie che stanno modellando il comparto fintech, il contributo di Eliano Lodesani riguarda anche l’aspetto education sul fronte finanziario e quanto il metaverso potrebbe contribuire in tal senso. «Le dispense nelle scuole non hanno l’impatto che dovrebbero avere».
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E gli istituti finanziari come si stanno muovendo? «Esiste un metaverso di educazione finanziaria, basato sui pancake, sviluppato da Fidelity. Educa al rapporto tra rischio e rendimento». Esperienze in cui apprendere tramite gaming e intrattenimento online non mancano. «Il metaverso serve anche per educare, ma richiede di cambiare la logica. È uno strumento di esperienza virtuale e ludica». Senza mai dimenticarsi della sicurezza online quando si parla di minori.
In ottica di fidelizzazione e brand awareness, la presenza di una società nel metaverso si spiega così secondo Lodesani: «Chi oggi ha 16 anni tra qualche anno potenzialmente sarà un cliente. Se ha in mente un marchio fin dai tempi del metaverso sarà facile ricordarlo. Si potrebbero poi anche fare banche nel metaverso. JP Morgan ha aperto il primo sportello».