Mai come in questi giorni potrebbe essere difficile azzardare e azzeccare stime sul rendimento che il Tesoro fisserà il prossimo 14 febbraio per i BTP Più, il nuovo strumento varato dal governo per riportare nelle mani italiane quanto più debito pubblico possibile, così da ridurre l’esposizione del nostro Paese – gravato da un debito pubblico che ha da poco superato i 3mila miliardi – sui mercati.
Situazione economica fluida?
L’incognita principale è rappresentata al momento da Donald Trump e dai numerosi decreti che sta firmando a spron battuto. A colpi di pennarellone, infatti, il 47esimo presidente USA potrebbe stravolgere gli attuali assetti commerciali e dunque rideterminare una netta ripresa dell’inflazione, che nell’ultimissimo periodo aveva ripreso ad alzare la testa.
Il barometro economico, comunque, dà segno positivo ed è anche il motivo per il quale il Tesoro ha deciso di sparare subito la cartuccia del BTP Più: con la possibile fine delle due guerre alle porte dell’Europa e nuovi futuribili tagli ai tassi di interesse da parte della BCE, nel resto dell’anno nuove emissioni rischierebbero di avere una capacità attrattiva decisamente inferiore.
Qualche ipotesi sul rendimento di BTP Più
Dato che questa volta il MEF intende vincolare i risparmi degli italiani per ben otto anni, proprio per mettersi al riparo da possibili ondate speculative, ci si immagina un rendimento abbastanza interessante per il primo quadriennio che diventi molto invitante nel secondo.
La novità di questa emissione è la facoltà per gli investitori di richiedere il rimborso anticipato del capitale alla fine del quarto anno, recuperando interamente l’ammontare investito o la quota parte che si desidera svincolare sempre per lotti minimi di 1.000 euro, dando una comunicazione alla banca o all’ufficio postale nel corso della apposita finestra temporale che sarà resa nota dal Ministero dell’Economia e delle Finanze a gennaio 2029 e già indicata nella scheda informativa del Titolo di prossima pubblicazione.
La formula 4+4
Ma il Tesoro ovviamente farà di tutto perché tale opzione non venga esercitata. Attualmente, i rendimenti di titoli di Stato con scadenza nella prima parte del 2033 si aggirano subito al di sotto del 3,50% lordo.
Siamo insomma dalle parti del guadagno offerto dall’emissione speciale del BTP Valore di maggio 2024 (speciale perché il MEF sapeva che di lì a breve i tagli della BCE avrebbero reso meno invitanti tali strumenti e aveva giocato d’anticipo): offrivano infatti tasso minimo garantito del 3,35% per i primi tre anni, poi del 3,9%. E l’emissione non andò benissimo, vuoi perché gli italiani erano già corsi in massa ad acquistare i gemellini nelle altre uscite, vuoi perché i rendimenti non erano più così attraenti.
Il BTP Più dovrà trattenere l’investitore
Non potendosi discostare troppo da quei valori, è dunque plausibile immaginare che il rendimento del BTP Più sia immediatamente al di sotto del 3,50 nei primi quattro anni per poi salire di circa un punto percentuale nei successivi quattro.
Solo con un tasso attorno al 4,50 per cento il MEF potrebbe spedire i piccoli investitori a proseguire con l’investimento fino a scadenza. Una scadenza che questa volta non premierà la fedeltà di chi lo deterrà fino all’ultimo giorno, ulteriore motivo per il quale il rendimento della seconda parte potrebbe essere particolarmente seducente.
Ricordiamo che nei vostri calcoli dovrete tener conto della tassazione agevolata al 12,5%. Ma queste sono solo ipotesi. La cifra reale dei tassi minimi garantiti nei primi quattro anni e nei successivi quattro anni sarà svelata il prossimo 14 febbraio.