Dalle 11 di oggi, venerdì 31 gennaio, sono aperte le domande per ottenere la Carta della Cultura Giovani e la Carta del Merito, bonus da 500 euro ciascuno (cumulabili) che hanno sostituito il vecchio bonus cultura. In questo articolo abbiamo spiegato come inoltrare la richiesta. Leggendo i prodotti e servizi che si possono acquistare con questi soldi stupisce (ma neanche troppo) che il ministero della Cultura abbia deciso di non contare i videogiochi tra quelli ammessi. Come mai? La risposta sta in due recenti dichiarazioni di ministri del Governo Meloni.
Il commento di Valditara sui videogiochi
A dicembre 2024, il ministro della Cultura Giuseppe Valditara si era espresso in questi termini rispetto al rischio per i giovani. «La dipendenza dai videogiochi, che uno non capisce più niente. Torna a casa e deve mettersi davanti al computer o al televisore e giocare, giocare. Pensate – ha detto il ministro rivolgendosi ai giovani – ci sono videogiochi dove addirittura si impara ad ammazzare una persona, come se fosse bere un bicchiere di acqua. Parlate coi vostri genitori: no ai videogiochi violenti che stimolano l’aggressività».
Il commento di Nordio sui videogiochi
Più recente è invece il commento del ministro della Giustizia Carlo Nordio sulla materia gaming e, nello specifico, gdr. Durante un suo intervento in Parlamento si è soffermato sui pericoli dei giochi di ruolo che, a suo dire, «hanno provocato tutta una serie di danni psicologici e anche di suicidi tra i ragazzi. E nessuno ne ha mai parlato». La dichiarazione è al minuto 7:35 del video qui sotto,
Insomma, di nuovo la politica contro i videogiochi. Ed è un vero peccato soprattutto perché nell’ecosistema non ci sono soltanto appassionati, community e persone che dedicano parte del proprio tempo a hobby tutt’altro che pericolosi. Su StartupItalia raccontiamo da anni un mercato il cui giro d’affari è di 2,3 miliardi di euro, con tantissime aziende e software house che creano ricchezza e posti di lavoro. Per chi poi pensa che i videogiochi siano fondamentalmente diseducativi basterebbe far notare che molti titoli riescono a trattare in maniera matura e superba argomenti molto sensibili.