Ho più volte citato YouTube in questa rubrica un po’ come il “terzo incomodo” da tenere sotto controllo. Si parla infatti tanto delle piattaforme come Netflix, che tra l’altro nei giorni scorsi, presentando i suoi dati 2024, ha colto l’occasione per sbeffeggiare la “vecchia tv” dicendo «Siamo fortunati a non avere distrazioni come gestire il declino dei network lineari». Si parla tanto anche di questi ultimi, recentemente oltretutto proprio per le nuove misurazioni dei dati di ascolto televisivi che tengono sempre più presenti le fruizioni digital.
Anzi apro su questo una parentesi per aggiornarci in merito. Dopo il primo mese di rilevazioni, si può dire che è Uomini e Donne (Maria De Filippi – Canale 5) il programma più visto in streaming, con oltre 100mila telespettatori ogni giorno, portando a volte al dato complessivo anche l’1% di share in più. Altra notizia da non far passare inosservata riguarda Amazon Prime Video. Quello stesso post l’avevo chiuso auspicando trasparenza sui dati anche da parte delle piattaforme di cui non si sa praticamente nulla. E il 29 gennaio che succede?
Mi imbatto in un titolo de Il Sole 24 Ore che dice “Amazon Prime Video spegne il canale Dazn dopo il muro sugli ascolti della Serie A”. Praticamente la piattaforma di Bezos, davanti all’obbligo di legge per Dazn di farsi rilevare negli ascolti, proprio come fa ogni canale televisivo, perché detentrice dei diritti del campionato di calcio più seguito al mondo, gli ha alzato cartellino rosso. Dazn dal prossimo 28 febbraio non sarà più presente sulla piattaforma. Amazon Prime Video rende così ancora lontano l’avverarsi del mio (e non solo) desiderio di capire veramente chi visualizza i contenuti delle piattaforme native, quali produzioni e per quanto tempo.
YooTube, campione nello streaming USA
Quindi dicevamo, ott, canali lineari e… YouTube. Nessuno mai sembra averlo preso sul serio quest’ultimo, forse perché inizialmente sembrava essere solo improbabili challange o filmati amatoriali. Nella tavola della Videoevoluzione, in cui segno i punti di non ritorno verso un’evoluzione della televisione da considerarsi come un nuovo media, YouTube l’ho fissato invece come un punto fermo: la data è quella del 23 aprile 2005 quando viene caricato il primo video, a conferma che la digitalizzazione dell’immagine era per tutti e che questi “tutti” erano pronti a condividerla.
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Ad inventare YouTube nel febbraio dello stesso anno furono Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim. Quest’ultimo fu proprio l’autore del primo video che si intitolava “Me at the zoo”, durava 19 secondi e mostrava la gabbia di elefanti dello zoo di San Diego. Da quel video YouTube ne ha fatta di strada fino a superare oggi negli Stati Uniti tutte le altre piattaforme. Nielsen, leader mondiale nella misurazione dell’audience, ha fatto in Usa una ricerca che, creando un’unica platea te-le-vi-si-va tra Streaming, Cable e Broadcast vede YouTube svettare catturando il 10,4% dell’audience totale, ovvero 2 punti sopra a Netflix e coprendo più del 50% di quanto fatto dai Broadcast (al 20,3% del totale). Per non ignorare un altro dato che abbiamo già riportato nei mesi passati, ovvero che il 40% delle visioni totali di YouTube oltre oceano è fatta su Smart Tv, il luogo dove sempre più si consumerà la battaglia.
Prove tecniche di televisione
Durante lo scorso anno YouTube si è infatti concentrata molto nel migliorare l’app per le Smart Tv, dimostrando dove sta guardando l’azienda. Al centro dell’attenzione le dimensioni del video player che si è ridimensionato perché la visione non venisse disturbata dall’integrazione di quelle funzionalità interattive, conosciute e apprezzate dagli utenti sui device storici come pc, tablet e smarphone.
Ma è solo l’inizio, il 2025 porterà altre novità, che non farei passare inosservate perché le reputo delle chiare dichiarazioni di intenti. I creator per esempio potranno organizzare i propri contenuti in stagioni ed episodi, favorendo il binge-watching, ovvero guardare più puntate consecutivamente. Un cambiamento molto strategico perché così si renderebbe l’impaginazione di YouTube sempre più simile a quella degli altri servizi di streaming e quindi più famigliare agli occhi di un pubblico che magari prima dell’approdo sulle Smart Tv non ne usufruiva. In implementazione anche delle anteprime che partirebbero automaticamente quando si visita un canale di un creator.
Una sorta di coinvolgimento immersivo dell’utente che renderebbe la pagina più dinamica e ingaggiante. Ma non vi ricorda nulla? Anche qui cose già viste su Netflix&Co e sugli ott dei player nostrani, soluzioni senz’altro utili per coinvolgere nuovo pubblico, strumentali per YouTube a mantenere la posizione dominante conquistata. E la pubblicità non sta a guardare, già da tempo infatti è stato introdotto il classico spot da 30 secondi proprio della tv lineare.
Canali, volti e format
Il canale YouTube di maggior successo, con oltre 350 milioni di iscritti, è quello di MrBeast (al secolo James Donaldson). Creato nel 2012 con video su Minecraft, un videogioco d’avventura, è arrivato a 800 contenuti pubblicati. La svolta nel 2017 quando inizia a creare clip in cui regala soldi a sconosciuti, organizzando sfide sempre più estreme e assurde.
Qualche esempio? Vivere per 100 giorni in una porzione circolare di un prato in mezzo al niente, non mangiare cibi solidi per 30 giorni, essere sepolto vivo in una bara per 50 ore. A mettere i soldi per i ricchi premi sono le aziende che così trovano visibilità nel seguitissimo contenuto. Quanto seguito? Stiamo parlando di centinaia di milioni di visualizzazioni per ciascuno. MrBeast si è guadagnato il titolo di canale con maggiori iscritti poco più di 6 mesi fa, scalzandone un altro dedicato al cinema Bollywoodiano, T-Series, che pubblica video musicali, trailer e film e che ora ha 285 milioni di iscritti.
Vi invito ad andare a vedere i contenuti di questi due canali per capire l’evoluzione, anche dal punto di vista qualitativo e di genere, dei contenuti di YouTube. Prima di loro infatti, come fosse un’altra epoca, il primato lo aveva il canale svedese PewDiePie che, dedicato ai video giochi, ha dato vita ad un vero filone di genere, quello del “gioco passivo” dove l’utente, come se stesse vedendo un film, segue la partita di un altro giocatore. Oggi, il suo creatore, che si definisce uno “youtuber in pensione” si racconta più generalmente come “i makes videos”, uno che fa video, mostrando molta vita privata. Un’alternanza di record che sembrano dimostrare nella creazione dei contenuti uno spostamento da un approccio dal basso e con pochi mezzi, a vere e proprie produzioni dai grandi budget e che di “amatoriale” hanno poco. Anche le durate cambiano, se un tempo i video erano di pochi minuti, oggi vincono quelli lunghi.
La convergenza di generi e contenuti
Osservando questi fenomeni, è come se fosse in atto anche una convergenza di generi e di contenuti che tendono sempre più ad essere “televisivi”. Peacock, la piattaforma di streaming video on demand di Comcast, ha recentemente registrato un balzo in avanti del 33%. Cosa ha proposto di diverso dal solito? A rafforzare la sua proposta l’anno scorso sono state le Olimpiadi estive e un reality show, Love Island USA, che è il classico dating ambientato in una lussuosa villa di una bellissima località. Proposizioni da televisione generalista, insomma.
Lo stesso MrBeast è protagonista di un altro tipo di contaminazione: la star di YouTube, guadagnandosi anche l’attenzione di Aldo Grasso, che l’ha definito un’“allievo scadente di Wanna Marchi” nella sua rubrica di critica televisiva sul Corriere della Sera, è stato assoldato da Amazon Prime Video per uno sfarzoso games show. Basti dire che i concorrenti sono 1000 e che la cifra in palio è di 5 milioni di dollari. Nella descrizione del programma si tiene a precisare che è “il più grande premio in denaro nella storia della TV” definendolo “il più grande spettacolo mai esistito!”. Altro che convergenza, direi un gran bel vortice: il volto di punta di YouTube… che approda su Amazon Prime video…che dichiara, comparandosi alla televisione tradizionale, di essere il più grande spettacolo mai esistito…il tutto dentro una Smart Tv, lo stesso posto dove si guarda C’è Posta per Te. Che si stia ripassando dal via?