Mentre i dialoghi con Canada e Messico proseguono per evitare l’introduzione di nuovi dazi da parte di Washington, la situazione diventa più seria per quanto riguarda i rapporti con Pechino. Le poste americane hanno infatti deciso di non accettare più pacchi in arrivo dalla Cina e da Hong Kong. La novità è evidentemente collegata ai dazi al 10% che colpiscono il Paese del Dragone.
Quanto valgono gli scambi commerciali tra USA e Cina?
Come si legge sul Corriere della Sera l’interscambio commerciale tra i due Paesi vale 530 miliardi di dollari. Mentre però gli Stati Uniti importano merci per un valore di 401 miliardi, la Cina acquista dagli USA beni per 130 miliardi.
Perché i dazi USA colpiscono gli ecommerce cinesi?
Nel mirino dei dazi americani ci sono anche i colossi cinesi dell’e-commerce Temu e Shein, società che preoccupano anche le istituzioni europee. Temu sfiora un giro d’affari di 30 miliardi di dollari negli Stati Uniti e finora era riuscita a non pagare i dazi imposti da Trump già durante il suo primo mandato.
Stesso discorso vale per Shein, che in America punta da tempo all’IPO con una valutazione da 45 miliardi di dollari, ma deve fare i conti con i robusti dubbi circa le condizioni di lavoro legate al modello del fast–fashion. Con i nuovi dazi e il blocco dei pacchi dalla Cina diventerà particolarmente complesso per le aziende dell’ecommerce continuare a conquistare i clienti americani a suon di offerte.
Così facendo è evidente che un primo beneficiario dello stop agli ingressi dei pacchi dalla Cina è Amazon. Jeff Bezos, fondatore della Big Tech di Seattle, era tra i miliardari presenti in prima fila il giorno dell’insediamento di Donald Trump. Durante la campagna elettorale il Washington Post, di cui Bezos è editore, aveva deciso che la testata non avrebbe dato alcun endorsement nei confronti dei due candidati.