Una delle prime a disfarsene è stata Meta. Il Ceo Mark Zuckerberg ha da tempo cambiato atteggiamento nei confronti di Donald Trump e tra le varie misure adottate in azienda c’è anche quella riguardante l’addio alle politiche DEI, l’acronimo che significa Diversity, Equity and Inclusion. Nelle scorse ore anche Google si è unita al gruppo delle Big Tech che accolgono il nuovo spirito del tempo in America.
Il presidente USA Donald Trump e il suo alleato Elon Musk non hanno mai nascosto il proprio disprezzo nei confronti di queste politiche aziendali che puntano a una maggiore inclusione all’interno delle aziende. Il tycoon si è addirittura spinto a collegare queste iniziative alla causa del disastro aereo avvenuto a Washington nei giorni scorsi.
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Perché Google abbandona le politiche DEI?
La Big Tech di Mountain View resta «impegnata a creare un posto di lavoro in cui tutti i nostri dipendenti possano avere successo e avere pari opportunità», ha detto a The Verge un portavoce della multinazionale guidata da Sundar Pichai. Non sorprende che pure Google – come Amazon del resto – abbia deciso di assecondare le direttive trumpiane: nei giorni scorsi il motore di ricerca ha infatti comunicato che, per quanto riguarda l’app Google Maps negli USA, sarà cambiato il nome del Golfo del Messico in Golfo d’America, proprio come scritto in un ordine esecutivo firmato da Trump.
Un cambiamento così convinto sulle politiche DEI suona come una scelta strategica da parte dell’azienda per riposizionarsi e allinearsi alla Casa Bianca. Cinque anni fa, all’apice delle proteste del movimento Black Lives Matter negli USA, Google si era invece impegnata ad aumentare del 30% la rappresentanza delle minoranze all’interno dell’azienda.
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Perché le Big Tech abbandonano le politiche DEI
Per capire le ragioni delle Big Tech sulle politiche DEI è importante riprendere una frase pronunciata da Mark Zuckerberg in un incontro a porte chiuse con i dipendenti di Meta. «Ci troviamo nel mezzo di un panorama politico e normativo in rapida evoluzione, che considera sempre più illegale qualsiasi politica che possa avvantaggiare un gruppo di persone rispetto a un altro, e per questo motivo dobbiamo adeguarci, altrimenti non saremo più in linea con le leggi». Per il momento una delle società più importanti che al momento pare invece mantenere una posizione convinta sulla difesa delle politiche DEI è Apple.