Non sono ancora entrati in vigore i nuovi dazi al 25% su acciaio e alluminio (in programma dal 12 marzo) che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è tornato su uno degli argomenti chiave del suo nuovo mandato. La Casa Bianca ha infatti annunciato che dal 2 aprirle gli USA adotteranno tariffe sempre al 25% su automobili, semiconduttori e prodotti farmaceutici. «Saranno del 25% e oltre, e aumenteranno notevolmente nel corso di un anno», ha dichiarato nel corso di un’intervista.
I nuovi dazi promessi da Trump
Non è una novità che gli Stati Uniti vogliano rilocalizzare intere filiere sul suolo americano. Già accadeva sotto la presidenza di Joe Biden. Trump prosegue sulla medesima linea. «Se arrivano negli Stati Uniti e aprono qua un loro stabilimento non ci saranno tariffe doganali, quindi vogliamo dare loro una piccola possibilità», ha detto il tycoon riferendosi proprio alle aziende – dall’automotive al pharma – che vogliono continuare a fare affari con gli USA.
Come riporta Reuters, L’Unione Europea impone dazi del 10% sulle importazioni di automobili, cifra quattro volte superiore a quella attualmente in vigore negli USA. Washington d’altra parte fissa al 25% i dazi sui pick-up importati da Messico e Canada. Come osservano diversi esperti i martellanti annunci di Trump sull’argomento possono anche essere interpretati come una strategia per accelerare le trattative con i vari Paesi e raggiungere un accordo.
Quali dazi ha imposto finora Trump?
Da quando si è insediato alla Casa Bianca Trump ha imposto i dazi su tutte le importazioni dalla Cina al 10%. Ha congelato le tariffe rispetto a Canada e Messico (ottenendo intanto maggiori controlli ai confini), mentre tra qualche settimana dovrebbero entrare in vigore i dazi al 25% su alluminio e acciaio importati anche dall’UE. Già durante il primo mandato il repubblicano aveva minacciato le tariffe sulle auto, senza però darvi seguito. In un momento complesso per il settore delle quattro ruote una simile decisione potrebbe indebolire ancora di più i vari player.