La storia lascia tracce nei luoghi. Magnisi, in Sicilia, è uno dei più antichi perché è da lì che nell’antichità i Miceni sono partiti per diffondere la propria cultura sull’isola. «Vi portarono le innovazione del tempo, vasi in terracotta, le prime monete. Diffusero la cultura di Thapsos. Mi ha sempre affascinato l’idea di un’innovazione che parte dal basso, da una piccolissima porta sull’isola». Ugo Parodi Giusino presenta così il lavoro che da quattro anni sta portando avanti prima con Magnisi e da poco anche con Magnisi Venture, focalizzato da una parte sull’impact e dall’altra sui contributi derivanti dall’Intelligenza artificiale. «Da anni ogni startup millanta servizi e tecnologia AI: mi sono posto il tema di portare competenze forti sull’ecosistema».
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Cosa fa Magnisi Venture
«Abbiamo visto – spiega – che la Sicilia e l’Italia in generale hanno una forte predisposizione a sviluppare progetti impact, e in particolare nell’ultimo periodo è emersa quella che riteniamo sia una delle più grandi opportunità dei prossimi anni, i software AI». Il veicolo opera su quattro verticali: Green, Blue Economy, Agrifood e Social. In questa nuova puntata della rubrica alla scoperta dei Venture Capital e dei protagonisti del comparto investimenti ci siamo fatti spiegare le prospettive per uno dei territori chiave del Mezzogiorno, alle prese con problemi storici e opportunità da sondare.
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Sicilia, andata e ritorno
Nato a Palermo nel 1981, Ugo Parodi Giusino ha sviluppato un forte legame con la propria terra. «Sono smaccatamente campanilista – ironizza -. Adoro la Sicilia perché è un luogo di grande potenziale». Dopo gli studi a Bologna con l’università, si è spostato a Barcellona, negli anni antecedenti la rivoluzione dei video, prima di YouTube e dell’impatto sull’ecosistema dei contenuti online.
«Ho lanciato una delle prime web tv italiane, che aggregava contenuti da Google Video», ci racconta. Tutto questo è avvenuto prima del lancio di Mosaicoon, nel 2009. «Era uno dei primi network di distribuzione di video. Abbiamo raccolto 12 milioni di euro, cifra che una decina di anni fa era molto alta per una startup». L’azienda ha aperto otto uffici in giro per il mondo, di cui tre in Asia. «Ma il quartiere generale era a Palermo, prima a Mondello e poi a Isola delle Femmine».
Mosaicoon è stata per anni una storia importante per l’ecosistema italiano delle startup. Negli anni pionieristici, prima del lancio di CDP Venture Capital e che iniziasse davvero a crescere il settore degli investimenti. Nel 2018 l’azienda ha chiuso (ce ne siamo occupati anche sul magazine per commentare quella notizia). «L’abbiamo fatto perché con gli investimenti di Facebook nel comparto video il mercato è crollato».
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Ugo Parodi Giusino ha trascorso in seguito un anno sabbatico, fino a quando non ha deciso di lanciare Magnisi. «Nasceva con l’idea di portare avanti l’ecosistema dell’innovazione in Sicilia. Era nato col modello di venture studio. Il ragionamento era partire dalla cosa essenziale per la startup: il supporto». Nei primi quattro anni Magnisi ha testato questo approccio per poi lanciare di recente Magnisi Venture basato sul modello del “co-founder”.
In questa ottica i founder delle startup possono contare sull’esperienza di un team che li aiuta nelle fasi iniziali della propria impresa. A differenza poi di incubatori e acceleratori spazi simili non devono sottostare a limiti temporali: puntano invece a diventare partner dell’impresa innovativa sul lungo periodo. «Da quando ho 20 anni so quanto sono importanti i territori per innovare». E al netto delle problematiche, la Sicilia può giocarsi le proprie carte. «Come la qualità della vita a un costo più basso. I talenti, soprattutto dopo il Covid, valutano il lavoro anche in base ad altri fattori».
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Il fondatore aggiunge poi: «Quello che riteniamo sia il valore più importante è mettere a disposizione dei founder, su cui investiamo, competenze, strumenti e team dedicati, per aiutarli nella strutturazione dell’azienda, restando come partner pazienti al loro fianco, e senza ovviamente comportare nessun costo per la startup».
Ma come funziona Magnisi Venture? Partiamo dalle startup in porfolio: «Ne abbiamo dieci e non abbiamo un ticket predeterminato. La tesi principale è entrare in equity. Investiamo per una quota dal 10 al 25% massimo. Non mettiamo clausole come liquidation preference. Quel che ci interessa soprattutto è conoscere il founder». Insieme a Ugo Parodi Giusino c’è Giuseppe Tomasello, fondatore della startup di AI learning Edugo, lanciata a Shanghai e poi venduta a Docebo, di cui è tuttora Vice President of AI.
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Ma dal momento che siamo partiti da un luogo antico, chiudiamo il cerchio e spostiamoci nel cuore di Palermo, in Piazza Politeama. «Qui abbiamo la sede di Magnisi Studio. Volevamo dare una casa agli innovatori, aperto alla città, e uno spazio per Magnisi». Con le persone coinvolte nel progetto viene poi avviato un programma di on boarding prima a Palermo e poi un mese a Dubai. «Da là si guarda con grande interesse alla Sicilia». Per il resto il lavoro da fare è con l’ecosistema e sulle persone, soprattutto quei siciliani con la voglia di tornare a casa. «Grazie al rientro dei talenti le cose possono cambiare davvero».