«Charlie Murger non ha mai cercato di prendersi il merito del suo ruolo di creatore, ma invece ha lasciato che fossi io a ricevere gli applausi e i riconoscimenti. Anche quando sapeva di aver ragione, mi lasciava le redini e, quando sbagliavo, non mi ricordava il mio errore». Con queste parole si apre la lettera agli investitori che Warren Buffet ha scritto nel 2023.
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La lettera annuale di Warren Buffet
Ogni anno, puntualmente, il CEO e presidente di Berkshire Hathaway condivide con gli azionisti, attraverso una lettera annuale, le sue strategie di investimento e riflessioni su argomenti di natura filosofica e non strettamente finanziaria. Oltre 40 mila sono gli azionisti che si recano all’Omaha Center da tutto il mondo per avere il privilegio di ascoltarlo.
Quando un socio o collega prende una decisione non condivisa che si rivela sbagliata, la tentazione sarà quella di pronunciare una di queste frasi: “Cosa ti avevo detto? Lo sapevo io! Te lo avevo detto… Ci avrei giurato!“
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Ma nessuna di queste affermazioni ci renderà memorabili. Murger, vicepresidente di Berkshire Hathaway, una delle più importanti holding finanziarie statunitensi, aveva il merito di lasciare la possibilità al suo socio di sbagliare senza rinfacciare le cantonate prese. E Buffett riconosce a Munger il merito di averlo aiutato a capire l’importanza di studiare i propri errori, invece di concentrarsi unicamente sui successi.
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Forse per questa ragione Buffett, che di errori dice di averne commessi abbastanza, ha sempre rivelato il costo economico e il costo opportunità delle sue scelte sbagliate. Tom Russo, un investitore di lunga data del Berkshire, apprezza il candore di Buffett, «pochi manager sono disposti ad ammettere la loro responsabilità piuttosto che trasmettere la colpa».
Warren Buffett, soprannominato «oracolo di Omaha» per la sua abilità di previsione negli investimenti finanziari, e con un patrimonio di 150 miliardi di dollari è senza dubbio una delle persone di grande successo. Ma successo non significa assenza di errori e di fallimenti.
A 25 anni aveva già guadagnato 1,3 milioni in dollari di oggi a dimostrazione delle sue capacità e grazie alle sue conoscenze che non aveva acquisito sui banchi di scuola. Quando, qualche anno prima, fece domanda di ammissione alla Harvard University, per una laurea di secondo livello, la sua domanda fu respinta. Durante il colloquio per l’ammissione, suggerirono a Buffett di farsi un’esperienza lavorativa più significativa.
Irritato, Buffett si dedicò allo studio da autodidatta. Aveva sempre avuto la passione della lettura, ma a quel punto si tuffò nei libri sulla metodologia degli investimenti. Grazie a una di queste letture che conobbe quello che diventerà il suo eroe e mentore Benjamin Graham, tanto da dare il nome di Howard Graham Buffett al suo primo figlio.
Buffett fece domanda per lavorare nella Graham-Newman Corporation, offrendosi di lavorare gratuitamente per apprendere il segreto degli investimenti dal suo guru, ma Graham respinse la sua domanda. Il rifiuto lo deluse. Lo assumerà solo qualche anno dopo, quando aveva già dimostrato le sue capacità come broker per la società di investimenti del padre.
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Il successo? Più cose giuste di quelle sbagliate
Buffett è estremamente diretto e trasparente sui risultati economici e di gestione. Tutte le lettere agli azionisti della Berkshire Hathaway e, ancora prima, della Buffett Partnership ltd contengono una parola chiave ricorrente: mistakes. In ogni lettera agli azionisti ci tiene a raccontare gli errori commessi sebbene sappia che «a nessun scrittore piace essere pubblicamente umiliato» dai propri errori.
Ha iniziato a elencarli in modo formale nel rapporto del 1989, intitolando la sezione Errori dei primi venticinque anni. Poi, due anni dopo, ha cambiato il titolo in Errore del giorno e la narrazione si è arricchita di dettagli anche sulle occasioni mancate.
Il paniere dei suoi investimenti è sempre stato composto, afferma lo stesso imprenditore e filantropo statunitense, da: «una dozzina di decisioni veramente buone, circa una ogni cinque anni, molte decisioni buone e la maggior parte di scelte il cui impatto è stato marginale o sbagliato».
Ripercorrendo i 58 anni di gestione di Berkshire, Buffett dichiara che la maggior parte delle sue decisioni di allocazione del capitale «non sono state migliori di così così. In alcuni casi, le mosse sbagliate sono state salvate da dosi molto grandi di fortuna». E cita il caso di Salomon Brothers.
Se la parola successo è associato a guadagno, allora l’investimento in Salomon può essere considerato positivo dato che l’acquisizione di Salomon Brothers da parte di Travelers nel 1997 per 9 miliardi di dollari, ha fatto guadagnare a Buffett 1 miliardo di dollari di profitto. Ma per Buffett investire in Salomon è stato un errore perché una serie di scandali hanno quasi portato la società alla bancarotta. Salomon è stata multata per 290 milioni di dollari per manipolazione del mercato e il CEO, John Gutfreund, è stato licenziato.
La lezione che ha imparato è che l’onestà e l’integrità per qualsiasi brand è più importante della possibilità di fare profitti perché se ci vogliono anni per raggiungere il successo ma basta una manciata di minuti per rovinarsi la reputazione. Per questa ragione se è comprensivo riguardo agli errori aziendali, la sua tolleranza per la cattiva condotta personale è zero. Buffett apprezza i dirigenti che si comportano con la massima trasparenza, quelli che ammettono gli errori e hanno il coraggio di discutere apertamente dei propri insuccessi.
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“Commetterò altri errori in futuro, potete scommetterci“
Tutti fanno degli sbagli, e Warren Buffett non fa eccezione, ma non si tormenta per questo. Quello che lo distingue da chi si rifiuta di ammettere o di esaminare i propri errori di giudizio è la sua disponibilità ad analizzare a fondo le proprie decisioni e a imparare da quelle scelte che non hanno dato i risultati sperati.
La lezione sull’ importanza della brand recognition e di uno studio approfondito della documentazione aziendale, prima di qualsiasi acquisizione, l’ha appresa dall’errore commesso all’inizio della carriera. Solo dopo l’acquisto di una stazione di servizio (Sinclair) si rese conto che sull’altro lato della strada c’era un’altra stazione di servizio. Texaco era più grande e con un fatturato più alto grazie alla notorietà del marchio e alla fedeltà della sua clientela. Il costo opportunità di questa operazione? Sei miliardi di dollari, in valuta di oggi.
Talvolta la lezione l’ha appresa pienamente solo ripetendo lo stesso errore a distanza di tempo. Dalla vendita prematura di tutte le azioni della Cities Service, della GEICO e di quelle di America Express, scelta che gli costò miliardi di dollari in termini di costo opportunità perso, ne ha ricavato un insegnamento che avrebbe determinato il suo comportamento di investimento per sempre: essere pazienti, non farsi influenzare dai capricci del mercato e tenere in portafoglio per sempre le aziende di qualità.
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Questa consapevolezza non gli ha impedito di commettere lo stesso errore, anni dopo, quando venderà le quote della Walt Disney Company (perdita di 17 miliardi) e di Capital Cities/ABC (perdita di 13,9 miliardi).
Essere veloci nel prendere le decisioni è l’insegnamento appreso dalla scelta di investire nel 2006 nella più grande catena di negozi di generi alimentari del Regno Unito (Tesco). Nonostante i segnali di crisi fossero evidenti e dovuti a un cattivo management, «il fatto che me la sia presa comoda nel vendere si è dimostrato costoso». Un consiglio che si sente di dare: «togliere le tende al primo segno di cattivo management, oppure sostituire il management». La perdita al netto delle imposte è stata di 444 milioni di dollari.
Consultare le persone di cui ti fidi prima di fare un investimento importante, è la lezione appresa dopo aver acquistato le azioni ConocoPhillips nel 2008. Nella sua lettera degli azionisti del 2008, Buffett scrive: «Senza sollecitare Charlie o chiunque altro, ho acquistato una grande quantità di azioni ConocoPhillips quando i prezzi del petrolio e del gas erano vicini al loro picco. Non ho in alcun modo previsto il drammatico calo dei prezzi dell’energia che si è verificato nell’ultima metà dell’anno».
Il consiglio è avere sempre vicino qualcuno che possa fungere da cassa di risonanza per le tue idee e che non abbia il timore di esprimere il proprio disaccordo. Il valore di mercato delle sue azioni è passato da 7 a 4 miliardi di dollari. Nel 2013 commette lo stesso errore con Energy Future Holdings. Costo dell’errore: 873 milioni di dollari. «È stato un grande errore», ha detto agli azionisti. «La prossima volta telefonerò a Charlie».
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Buffett ha sempre ottenuto risultati mediocri investendo nelle compagnie aeree, perché la combinazione alti costi fissi e sensibilità ai cicli economici creano una pessima ricetta per il successo.
Ma nonostante questa consapevolezza, ha più volte commesso lo stesso errore, investendo in USAir, American Airlines, United Airlines, Delta Airlines e Southwest Airlines, al punto che nel 2002 si è definito un aeroholic. Ha detto scherzando: «Adesso ho un numero che chiamo se mi viene l’impulso di acquistare azioni di una compagnia aerea. Chiamo alle due di notte e dico Il mio nome è Warren e sono un aeroholic. E loro mi dissuadono».
Ha liquidato la sua posizione da 6,1 miliardi di dollari nelle compagnie aeree a causa della pandemia. La perdita di Berkshire Hathaway nel primo trimestre del 2020 è stata di 50 miliardi di dollari, la perdita trimestrale più cospicua in tutta la storia della società di investimenti.
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Buoni manager per il successo di un’azienda
Nel 1993 Warren Buffett ha acquistato una florida azienda di scarpe americana, la Dexter Shoe. Come ha spiegato nella lettera agli investitori nel 2007, «quello che avevo valutato come un vantaggio competitivo duraturo è svanito nel giro di pochi anni».
Buffett ha ceduto a un eccesso di fiducia e non ha tenuto conto del fatto che circa il 93% degli 1,3 miliardi di paia di scarpe acquistate in America proviene dall’estero, dove la manodopera è estremamente a basso costo. Costo per gli investitori: 3,5 miliardi di dollari e la perdita del posto di lavoro per 1600 dipendenti di una piccola città del Maine. Con rammarico Buffett si è soffermato sul fatto che «molti avevano superato il punto della vita in cui potevano imparare un altro mestiere».
Nel 2008, ha detto ai suoi azionisti di aver speso 244 milioni di dollari per azioni di due banche irlandesi «che mi sembravano a buon mercato». Alla fine dell’anno la perdita è stata dell’89%. Le due importanti banche irlandesi sono state nazionalizzate alla fine della crisi.
Un errore, costato agli azionisti di Berkshire 800 milioni di dollari nel 2001, Buffett lo ha commesso quando ha acquistato le azioni di General Reinsurance, una compagnia di assicurazione con una ottima reputazione .. almeno fino a 15 anni prima. Buffett non aveva capito che la compagnia era troppo esposta ai derivati e che aveva una cattiva reputazione. Quale insegnamento in questo caso? «Condurre sempre un’analisi del caso peggiore e determinare quanto potrebbe costarvi l’operazione». Poi, se qualcosa va storto, è sensato ridurre le perdite e abbandonare la posizione il più presto possibile. Inoltre, ricordarsi che «buoni manager sono fondamentali per il successo di un’azienda».
Dieci miliardi di dollari è il costo che Buffett ha quantificato per aver smesso di acquistare le azioni di Walmart quando il prezzo per azione è salito al di sopra di quello che era, secondo Buffett, il loro prezzo ideale. «Charlie ha detto che non sembrava nemmeno l’idea peggiore che mi sia mai venuta in mente». La lezione appresa: la qualità deve essere pagata. Secondo Buffett non sono però questi gli errori più gravi che abbia commesso. Uno, in particolare, gli è costato 200 miliardi di dollari come scopriremo nella prossima lezione.