Anche nel 2025 è stato confermato il bonus amianto, la detrazione fiscale per la rimozione del materiale edile molto utilizzato in passato di cui è stata accertata la pericolosità. Secondo i dati dell’Iss (Istituto Superiore di Sanità) tra il 2010 e il 2020, ogni anno, in Italia sono morte per mesotelioma una media di 1.545 persone, 1.116 uomini e 429 donne. Senza contare le altre malattie. L’amianto in Italia è praticamente ovunque: si trova in ospedali, scuole, uffici pubblici e case dei privati. E proprio a questi ultimi si rivolge il bonus.
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Come funziona il bonus amianto?
Il bonus amianto del 36% si rivolge ai privati e a coloro che desiderano usufruire di agevolazioni anche in caso di ristrutturazione edilizia volta all’efficientamento energetico. Per ottenere il bonus, la rimozione dell’amianto deve essere affidata a personale specializzato e copre fino a un tetto massimo di 48.000 euro per singola unità immobiliare. A questi interventi di bonifica si applica un’Iva agevolata, con condizioni che variano in base alla tipologia di immobile e dei lavori eseguiti. L’incentivo copre le spese che i privati devono affrontare per la bonifica di tetti, le coperture in cemento-amianto, la rimozione di canne fumarie, tubazioni e di altri materiali edilizi contenenti amianto. La scadenza per il bonus amianto è fissata al 31 dicembre 2025, salvo proroghe.
Bonus amianto con ristrutturazione
Si può accedere al bonus amianto anche per ristrutturazione edilizia volta a interventi di efficientamento energetico nell’ambito dell’Ecobonus (65% della spesa) e del Superbonus. Al fianco dei bonus amianto governativi ci sono, poi, i bonus per la rimozione dell’amianto che, di tanto in tanto, vengono attivati dalle Regioni e dai Comuni. Talvolta è possibile cumulare il bonus nazionale con quello locale. Inoltre, esistono anche incentivi specifici per le aziende volti alla rimozione dell’asbesto.