«I modelli di intelligenza artificiale sono diventati sempre più efficienti, con costi di addestramento che si sono ridotti di dieci volte da quando è uscito il rapporto». L’ex presidente del Consiglio e della Banca Centrale Europea Mario Draghi è intervenuto oggi a Palazzo Madama, dove ha tenuto un discorso di fronte a tre Commissioni riunite di Camera e Senato, incentrato sui contenuti del Rapporto sulla competitività europea, commissionatogli lo scorso anno dalla Commissione guidata da Ursula von der Leyen. Il testo integrale è disponibile a questo link. Noi ci concentreremo sugli estratti inerenti la tecnologia e l’innovazione, Difesa compresa.

Cosa ha detto Mario Draghi su Difesa e AI
«In Europa continuiamo a perdere terreno su questo fronte – ha dichiarato Draghi citando il settore dell’Intelligenza artificiale – otto dei dieci maggiori large language models sono sviluppati in US e i rimanenti due in Cina. In quest’area il Rapporto prende atto che il ritardo europeo è probabilmente incolmabile ma suggerisce che l’industria, i servizi e le infrastrutture sviluppino l’impiego dell’AI nei loro rispettivi settori». Ma come si fa a colmare il gap se non con i fondi a sufficienza? «La mancanza di finanziamenti è spesso citata come causa importante della debolezza del ciclo dell’innovazione in Europa. Il Rapporto propone una chiave di lettura in parte diversa».
Ecco la linea suggerita da Draghi: «Solitamente un progetto innovativo diviene interessante dal punto di vista finanziario quando la sua scala può crescere al di là dei confini nazionali. Ma ciò in Europa è difficile perché il mercato dei servizi è molto frazionato. Ecco, quindi, che l’investitore di oltre oceano non offre al progetto innovativo solo il finanziamento ma anche l’accesso al mercato americano. La creazione di un vero mercato unico europeo dei servizi per 450 milioni di persone è quindi il vero presupposto per l’avvio di un ciclo dell’innovazione ampio e vitale. Un mercato dei capitali capace di indirizzare il risparmio verso le start-up più dinamiche offrirà i finanziamenti necessari».

Sulla Difesa Draghi è intervenuto in un periodo storico complesso per l’Europa, alle prese con la precaria situazione in Ucraina e il disinteresse crescente da parte degli USA rispetto agli affari del Vecchio continente. «La difesa oggi non è più solo armamento ma anche tecnologia digitale. È il concetto stesso di difesa che evolve nel più ampio concetto di sicurezza globale. La convergenza tra tecnologie militari e tecnologie digitali porta alla sinergia dei diversi sistemi di difesa dell’aria, del mare, di terra e dello spazio. Occorre quindi dotarsi di una strategia continentale unificata per il cloud, il supercalcolo e l’intelligenza artificiale, la cyber sicurezza».
Secondo l’ex premier va ripensato il concetto stesso di investimento nella Difesa. «Persino la nostra valutazione dell’investimento in difesa, oggi basata sul computo delle sole spese militari, andrà modificata per includere gli investimenti su digitale, spazio e cybersicurezza che diventano necessari alla difesa del futuro».