La guerra dei dazi in corso da settimane sta preoccupando Roborock, controllata dalla società cinese Xiaomi, che secondo Bloomberg starebbe valutando la possibilità di una quotazione a Hong Kong per raccogliere mezzo miliardo di dollari. Già presente nella Borsa di Shanghai il brand noto in tutto il mondo per i suoi robot aspirapolvere ha visto le proprie azioni cedere quasi il 24% nell’ultimo mese.
A preoccupare gli investitori sono ovviamente le tariffe introdotte (145%) dall’amministrazione Trump contro le merci importate dal Paese del Dragone. Le trattative al momento non sembrano procedere: Pechino, stando agli esperti, sarebbe disposta ad affrontare le conseguenze dei dazi a costo di indebolire gli USA.
Perché Roborock pensa alla quotazione a Hong Kong?
Sempre Bloomberg riferisce che Roborock è in una fase iniziale del progetto di una eventuale IPO a Hong Kong. Secondo un’analisi di KPMG le società cinesi quotate che hanno effettuato un secondo listing a Hong Kong potrebbero raccogliere complessivamente 15 miliardi di dollari quest’anno.
Con i suoi prodotti venduti in 40 Paesi nel mondo, Roborock sta dunque mappando la situazione per trovare contromisure e individuare una piazza finanziaria più protetta dagli effetti negativi provocati dalla guerra dei dazi. Fondata nel 2014, la società cinese è stata una delle protagoniste dell’ultimo CES di Las Vegas a inizio anno: il suo aspirapolvere Saros Z70 con braccio robotico per sollevare oggetti da terra e procedere con la pulizia non ha convinto tutti ma hanno ottenuto una certa viralità social nei giorni della fiera di elettronica di consumo.
A livello globale Roborock è stata nel 2024 la società leader nel mercato dei robot aspirapolvere con una quota di mercato del 16%. Sempre lo scorso anno la società ha registrato un fatturato operativo di 625 milioni di dollari con un aumento del 30,90% rispetto all’anno precedente. Bisognerà capire quanto i dazi potranno danneggiarne gli affari.