La strada gliela ha spianata Donald Trump circa sedici ore fa con un lungo post su Truth (il suo social) in cui il presidente USA senza mai citarlo invitava il popolo canadese a votare per il rivale di Mark Carney e lasciarsi annettere come cinquantunesimo Stato americano. Un post a doppio taglio per il rivale del liberale, il conservatore Pierre Poilievre, che è dovuto intervenire chiedendo al tycoon di non immischiarsi in faccende squisitamente canadesi. Ma ormai il danno era fatto.
Il risultato è stato chiaro fin dalla chiusura dei seggi: la sfida rappresentata dai dazi statunitensi e dalle nuove manie imperialistiche dell’inquilino della Casa Bianca dovrà essere affrontata dai liberali, solo pochi mesi fa parsi destinati a perdere nettamente (i sondaggi li davano al 20 per cento, contro l’oltre 44 dei conservatori) come pure fisiologicamente, dopo tre mandati consecutivi al governo. Invece nelle ultime ore con ogni probabilità proprio le parole che Trump ha indirizzato oltre confine hanno capottato la situazione.

Chi è Mark Carney, il nuovo premier del Canada
Se lo slogan di Trump è “Make America Great Again”, Mark Carney ha martellato in campagna elettorale con Canada Strong e Un Canada Fort, nel nome del bilinguismo nazionale. Sessantenne, una lunga carriera nella finanza e alla Banca Centrale canadese prima e britannica poi, proprio nel pieno della Brexit, Carney ha dovuto far dimenticare ai propri elettori di essere uomo dell’establishment.

Pacato e riflessivo nei modi, è riuscito ad arginare l’irruenza dello sfidante decisamente più giovane (45 anni) che ha pagato con ogni probabilità i toni “à la Trump” come pure l’amicizia col tycoon statunitense. Con l’appuntamento elettorale che si è subito trasformato in un sondaggio sulla volontà dei canadesi di cedere alle pressioni della Casa Bianca oppure resistere, nella consapevolezza che si potrebbe aprire una guerra commerciale senza precedenti.
«Basta con le linee tracciate artificialmente tanti anni fa. Pensate quanto sarebbe bella tutta questa massa di terra» ha scritto nel solito inglese basico per essere certo di arrivare a tutti Trump sul proprio social rivolgendosi direttamente ai canadesi ma finendo con l’innescare un cortocircuito sovranistico, dato che il popolo ha ritenuto che i confini sarebbero stati presidiati meglio dall’esponente liberale anziché dal rivale conservatore.
Cosa accadrà ora è impossibile pronosticarlo. Il Canada potrebbe portare avanti quel progetto di creazione di un’area di scambio rafforzata con l’Unione europea forte proprio del fatto che Mark Carney sia un uomo con esperienze anche da questo lato dell’oceano. «Se l’Unione Europea lavora con il Canada per danneggiare economicamente gli Stati Uniti, verranno imposti dazi su larga scala ben più elevati di quelli attualmente previsti per proteggere il miglior amico che entrambi questi Paesi abbiano mai avuto», aveva tuonato Trump in un post su Truth Social a fine marzo. Canada ed Europa raccoglieranno la sfida?