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Un gioiello che svela parole in Braille, un’app che aiuta le persone con disabilità a vivere in autonomia, una collana di libri che raccontano storie attraverso simboli. E ancora: un’orchestra, un museo accessibile, percorsi per il lavoro. Iniziative nate per abbattere le barriere. Sono i vincitori del Premio Inclusione 3.0, promosso dall’Università di Macerata e giunto all’ottava edizione. «È un riconoscimento assegnato ad associazioni, progetti e realtà italiane e internazionali che si distinguono per il loro contributo alla costruzione di pratiche inclusive», spiega la delegata del rettore Noemi Del Bianco. «Non solo valorizza le esperienze più virtuose, ma stimola la nascita di nuove progettualità e promuove la diffusione di una cultura inclusiva».

In un mondo che spesso alza muri, l’ateneo marchigiano premia chi costruisce ponti: persone, visioni e azioni in grado di ispirare e aprire nuove strade. Il 5 aprile, queste storie di innovazione sociale sono state celebrate alla Domus San Giuliano. «La battaglia più importante è quella di vedere negli altri le capacità e non i limiti», ha detto la ministra per la Disabilità Alessandra Locatelli. «Non si può lasciare indietro nessuno se vogliamo comunità sempre più forti e unite».

La Settimana dell’Inclusione 

La premiazione è arrivata a conclusione di un’intera Settimana dedicata all’inclusione, organizzata insieme alla Società italiana di pedagogia speciale (SipeS) e allo spin-off In4In. Giorni in cui l’università si apre alla società civile, in uno scambio di esperienze, idee e buone pratiche. Centinaia di partecipanti hanno animato incontri, dibattiti e laboratori. Obiettivo: riflettere, attraverso la ricerca e l’innovazione, sull’inclusione delle persone con disabilità, ma anche di chi proviene da contesti culturali, linguistici o sociali differenti. 

«La Settimana dell’Inclusione è uno spazio di riflessione collettiva e confronto tra studenti e studentesse, docenti e comunità», racconta Del Bianco. «Permette di approfondire i temi legati all’inclusione e di individuare strategie concrete per superare le barriere ancora presenti nei contesti sociali. È un laboratorio di innovazione pedagogica da cui emergono proposte che possono tradursi in azioni, in contaminazione con il territorio».

Premio Inclusione Noemi Del Bianco a sx con uno dei premi in mano
Noemi Del Bianco (a sinistra)

Il Progetto Inclusione 3.0

Dal 2016 l’Università di Macerata affronta le sfide dell’accessibilità con il Progetto Inclusione 3.0, nato su iniziativa della professoressa Catia Giaconi, Prorettrice e presidente della SipeS. L’obiettivo è garantire pari opportunità e promuovere una cultura dell’inclusione che attraversi la didattica, la ricerca, la vita universitaria. «Vogliamo rafforzare e ampliare azioni in favore di una politica inclusiva, capace di contaminare l’intera comunità educante», sottolinea Del Bianco.

Nel tempo, il progetto ha generato una rete di servizi e interventi concreti. L’università si confronta sui temi con gli scenari più avanzati e, al contempo, attiva azioni quotidiane dentro i dipartimenti, a sostegno del percorso di studenti e studentesse con disabilità e DSA. «Per esempio, sono stati creati spazi di lavoro tecnologicamente attrezzati in luoghi chiave, come biblioteche e laboratori informatici, per facilitare comunità di studio inclusive, stimolare il tutoraggio tra pari e promuovere l’apprendimento cooperativo». Tra gli strumenti messi a disposizione: tastiere retroilluminate, mouse scanner, trackball, software di sintesi vocale e per la mappatura concettuale.

Il progetto guarda anche oltre le aule universitarie. Un esempio? I tirocini personalizzati che offrono opportunità di inserimento lavorativo a ragazze e ragazzi con disabilità. «Sono esperienze che permettono ai partecipanti di acquisire competenze professionali e valorizzare le proprie capacità, e contribuiscono a sfatare stereotipi e pregiudizi, sensibilizzando le aziende all’adozione di pratiche inclusive e alla creazione di ambienti di lavoro accessibili a tutti», aggiunge Del Bianco.

Nel 2024 è nato anche lo spin-off universitario In4In, che progetta servizi e prodotti per l’inclusione in aziende sociosanitarie, enti pubblici e privati, istituzioni. «Ha lo scopo di favorire il collegamento tra il sistema imprenditoriale e l’università, facilitando il trasferimento tecnologico e rappresentando le esigenze di innovazione provenienti dal mondo produttivo».

premio inclusione catia giaconi
Catia Giaconi

I progetti premiati

Nato per valorizzare iniziative di qualità per l’inclusione scolastica, sociale, universitaria e lavorativa, il Premio è diventato nel tempo un vero e proprio osservatorio. In otto edizioni l’Università ha consegnato 160 riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Sono 21 i progetti premiati nel 2025. Spaziano dalla scuola all’arte e si distinguono per l’approccio concreto e partecipativo, capace di migliorare la qualità della vita delle persone.

«Sono progetti meravigliosi, modelli da seguire, uno stimolo per tutti noi», ha detto il rettore John McCourt durante la cerimonia. «In un momento in cui si parla di muri, dazi, divisioni, la Settimana dell’inclusione, al contrario, mette al centro la comunità».

Il Premio Internazionale è stato assegnato al Centro per le disabilità della Kansas University, per il suo impegno su ricerca e formazione inclusiva. Tra i progetti italiani, si sono distinti percorsi scolastici che uniscono didattica, impresa e creatività, come Il serpe da inzuppo dell’Ipseoa Varnelli di Cingoli, costruito attorno a un biscotto brevettato, e La parola nascosta del Liceo Artistico Cantalamessa, che ha integrato il Braille nei gioielli. Nel campo delle arti performative, i riflettori si sono accesi su Gli amici di Damiano della Cooperativa Sirio di Campobasso, l’Orchestra per la pace e l’inclusione dell’Associazione Algos di Catania e il teatro accessibile Teatrinsieme della Fondazione Franco Moschini al Politeama di Tolentino. L’inclusione culturale ha preso forma in progetti come Fuori dal centro dell’Università di Perugia con Atlas Onlus, che propone percorsi universitari personalizzati, e Il CoccoMiao di PromoCultura, libri illustrati con la comunicazione aumentativa alternativa. Sul fronte del lavoro e della vita indipendente, si sono distinte diverse iniziative in grado di costruire reti solidali e creare opportunità concrete. Tra queste, l’app Vite vere della Cooperativa Vite Vere Down Dadu di Padova. Premi speciali sono stati assegnati anche a esperienze che ridefiniscono l’accessibilità attraverso tecnologia e co-progettazione, come kandINskij, arte tattile in realtà aumentata ideata da dottorandi dell’Università di Macerata. Tante storie per un futuro più inclusivo.