Con il passare delle ore iniziano a delinearsi i contorni dell’incendio che la scorsa settimana ha interessato l’altoforno 1 dell’Ex Ilva, provocato con ogni probabilità dalla mancata manutenzione dovuta allo stato di limbo in cui versa da anni l’acciaieria, in perenne ricerca di un compratore. Ricerca che ora, per il titolare del dicastero delle Imprese e del made in Italy, potrebbe essere ancora più ardua proprio per via dei danni.
Altoforno 1 dell’Ex Ilva compromesso per sempre?
L’azienda nelle ultime ore ha dichiarato che l’altoforno era «pieno di fusi» e la situazione emergenziale avrebbe richiesto di «intervenire entro 48 ore per evitare danni strutturali», ma il via libera ai lavori da parte della Procura di Taranto non sarebbe arrivato «nei tempi utili» per «tutelare l’integrità dell’impianto».
Cosa dice Urso
Un j’accuse in piena regola, ripreso quest’oggi dal ministro Adolfo Urso: «Si è intervenuti troppo tardi, bisognava farlo entro 48 ore ma è mancata l’autorizzazione. È un danno notevole che avrà inevitabilmente immediate ripercussioni sull’occupazione» ha detto l’esponente del governo lasciando ventilare il futuro incerto dei 4mila addetti solo a Taranto cui potrebbero aggiungersi quelli dislocati in altri impianti, come per esempio Novi Ligure.
Non solo, il titolare del MIMIT ha aggiunto: «spero che non abbiano compromesso del tutto il percorso» lasciando intendere che questo incidente di percorso potrebbe essere così grave da avere anche ripercussioni sulla vendita dell’acciaieria e sull’individuazione di un nuovo acquirente. Ora si attende la relazione dei commissari dell’impianto per capire l’esatto ammontare dei danni.