Potrebbe già morire sul nascere l’atteso Ddl Salari a firma del deputato leghista Luca Toccalini che, laddove andasse in porto, comporterebbe diverse novità per gli under 30. Tuttavia, sebbene la Lega faccia parte della maggioranza di governo e abbia il proprio segretario federale tra i vicepremier, il futuro del testo è tutt’altro che roseo.
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Perché il Ddl Salari under30 scricchiola
«C’è un tema di coperture da trovare», ha infatti già avvertito Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro della Camera e membro di Fratelli d’Italia. Poi ha aggiunto: «Non vorrei però che si arrivasse a una sorta di ingorgo, perché ricordiamoci che c’è la delega salari che è già stata votata dalla Camera nel dicembre 2023 e che sta per terminare il suo iter al Senato».

Lavoro, le novità per i giovani nel testo
La proposta contrattuale che arriva dalla Lega si rivolge ai giovani under 30 e prevede una flat tax al 5% per i neoassunti con redditi annuali sino a 40.000 euro, valida per per cinque anni dall’assunzione o dalla trasformazione del contratto a tempo indeterminato. Sono previste anche non meglio specificate agevolazioni per favorire il rientro dei cervelli in Italia per gli under 36. A favore delle imprese che assumono giovani è pensata una decontribuzione per tre anni.

E’ prevista poi una rivalutazione dei salari all’inflazione su base annuale, quindi sganciata dal rinnovo contrattuale, che sarebbe pari al 2% in caso di inflazione al 3% o superiore e proporzionata all’indice di inflazione se questa è più contenuta. Una sorta di estensione di quanto già previsto dal contratto dei metalmeccanici a tutti gli altri settori, a patto che il contraente sia under 30.