Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha formalmente revocato la norma sulla diffusione dell’intelligenza artificiale introdotto dall’amministrazione Biden che sarebbe dovuta entrare in vigore a partire dal 15 maggio. Contemporaneamente, mentre nel Regno Unito si dibatte sull’Intelligenza artificiale e sul copyright, Trump fa “un regalo alle Big Tech” e licenzia sia il capo dell’ufficio copyright statunitense, Shira Perlmutter, che la direttrice della biblioteca del Congresso, Carla Hayden secondo quanto riportato da CBS News. Ecco che cosa bolle in pentola a Washington.
Il piano Trump sull’AI
La norma sulla diffusione dell’intelligenza artificiale ora revocata ma introdotta dall’ex presidente Joe Biden a gennaio prevedeva una serie di limiti all’esportazione di chip di intelligenza artificiale prodotti negli Stati Uniti in molti Paesi, rafforzando le restrizioni esistenti. In particolare, la norma proposta da Biden divideva i Paesi del mondo in tre livelli, ognuno con il proprio livello di restrizioni. I Paesi di livello 1, come Giappone e Corea del Sud, avrebbero continuato a non subire restrizioni all’esportazione, quelli di livello 2, che includevano il Messico e il Portogallo, avrebbero visto per la prima volta limiti all’esportazione di chip e, infine, i Paesi di Livello 3, come Cina e Russia, avrebbero dovuto fare i conti con controlli più severi.
Adesso il Dipartimento di Commercio americano ha ricordato alle aziende che l’utilizzo dei chip AI Ascend di Huawei in qualsiasi parte del mondo viola le normative statunitensi sull’esportazione, ha messo in guardia dalle potenziali conseguenze dell’utilizzo di chip AI USA per addestrare modelli di Intelligenza artificiale in Cina e ha raccomandato le modalità da seguire per proteggere le catene di approvvigionamento dei chip. Il Dipartimento ha affermato di prevedere l’emanazione di una norma sostitutiva in futuro, probabilmente incentrata sui negoziati diretti con i Paesi anziché su restrizioni generalizzate.
I licenziamenti
Ma non finiscono qui gli stravolgimenti nel Paese di Donald Trump perchè il presidente USA ha appena licenziato il capo dell’ufficio Copyright statunitense, secondo quanto riportato da CBS News, Shira Perlmutter. La dirigente ha perso l’incarico dopo aver pubblicato un rapporto che metteva in dubbio la crescente necessità delle aziende di Intelligenza artificiale di acquisire più dati e sulla necessità di aggirare le attuali leggi sul copyright.
In una dichiarazione, il rappresentante democratico di New York, Joe Morelle, ha indicato specificamente Elon Musk, il principale sostenitore di Trump, come uno dei motivi che ha spinto il licenziamento di Perlmutter: «La chiusura del registro dei diritti d’autore da parte di Donald Trump, Shira Perlmutter, è un’audace e senza precedenti presa di potere, priva di fondamento legale. Non è certo un caso che abbia agito meno di un giorno dopo che lei si è rifiutata di approvare gli sforzi di Elon Musk di estrarre tesori di opere protette da copyright per addestrare modelli di intelligenza artificiale», si legge in una nota.
Perlmutter non è stata l’unica a venire licenziata in questi giorni. Una settimana fa ha perso il posto di lavoro anche la direttrice della Biblioteca del Congresso, Carla Hayden, la prima afro-americana direttrice della Biblioteca del Congresso che era stata nominata da Obama. In questo caso la motivazione, secondo quanto commentato dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, sarebbe da attribuire alle «sue scelte di libri per bambini inadatti all’infanzia e per aver adottato politiche di diversità, equità e inclusione» messe al bando da Trump il giorno dell’insediamento.